La struttura circolare della realtà nel Microbiota di Elisa Cella

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Elisa Cella, 22-C33, 2022 (Leishmania), ferro tagliato al laser e verniciato, cm 75×120

Elisa Cella (Genova 1974) presenta alla Galleria Villa Contemporanea di Monza, fino al 3 dicembre, Microbiota – Un ampliamento dell’esperienza sensoriale. Con il termine Microbiota si intende l’insieme dei microrganismi; batteri, funghi, virus, protozoi, che colonizzano un determinato ambiente e che sono responsabili sia di processi patogeni sia di quelli necessari alla sopravvivenza della vita sul nostro pianeta contribuendo ai cicli naturali di vita e morte. Le opere sono nate a partire dalla riflessione sull’esperienza Covid, in cui l’approfondimento delle cause dell’epidemia ha portato all’osservazione del mondo microscopico e dell’estrema originalità e bellezza di questi esseri che costituiscono una popolazione ben più ampia di quella umana, animale e vegetale di tipo macroscopico, anche se invisibile ai nostri occhi. Elisa Cella, artista di formazione matematica, da sempre affascinata di scienza e di biologia cellulare, porta avanti in direzione di questo nuovo ambito della vita reale la sua personale ricerca artistica basata sull’uso di forme circolari, attraverso cui corpi umani, sensazioni e ora mondo microscopico, sono reinterpretati.

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Le cianotipie polari di Roberto Ghezzi

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THE GREENLAND PROJECT by Roberto Ghezzi

Quest’estate Roberto Ghezzi (Cortona, 1978) ha trascorso un lungo periodo in Groenlandia, presso la RED House di Tasiilaq creata da Roberto Peroni, situata sulla costa orientale dell’isola, per la realizzazione della prima fase del Greenland Project dedicato alla rappresentazione e misurazione del fenomeno dello scioglimento dei ghiacci in cui si è avvalso della collaborazione della cartiera Enrico Magnani Pescia, che ha messo a disposizione le carte fotosensibilizzate e della consulenza scientifica dell’Istituto delle Scienze Polari del CNR per l’analisi dei risultati. Nel 2023 questi saranno esposti al Museo della Carta di Pescia e alla galleria Gilda Contemporary Art di Milano, accompagnati da foto, schizzi e acquerelli dell’ambiente di ricerca e appunti di viaggio. Con la sua ricerca Ghezzi si iscrive tra quegli artisti che vedono uno stretto rapporto tra fenomeni naturali, indagini scientifiche e raffigurazione artistica.

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Ana Hillar ascolta il respiro

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Ana Hillar – Invisibile expansion -2022 – cm 27 x h10 – gres – courtesy tempestagallery

L’artista argentina Ana Hillar (Santa Fe, 1970) presenta fino al 7 ottobre, alla Tempesta Art Gallery di Milano, la sua mostra Tummo dedicata al respiro (Tummo è il nome di una tecnica di respirazione praticata dai monaci buddisti per sopravvivere in condizioni estreme), attività involontaria, principio alla base della nostra vita e di quella di tutti gli altri esseri viventi. Sulla parete di fondo della galleria campeggia la riproduzione del nostro apparato respiratorio realizzato mediante un reticolo di cannule di gres collegate tra di loro a rappresentare i bronchi. Sulla parete laterale sinistra, invece, due sculture rappresentano gli alveoli polmonari. Al centro sala, dei grandi vasi appoggiati a terra aprono le loro bocche, all’interno delle quali una serie di filamenti esprimono l’energia della natura e dei corpi dei viventi e infine, sulla destra entrando dei rametti in terraglia formano un grande nido.

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Figurae e immagini al Premio Michetti 2022

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Il 73° Premio Michetti, (Palazzo San Domenico – Francavilla al Mare – fino al 25 settembre) curato da Nunzio Giustozzi e assegnato all’artista Velasco Vitali (Bellano, 1960) per la sua opera Goldwatch #13, dichiarava fin dal titolo figura, ae l’intenzione di una rassegna dell’arte figurativa italiana contemporanea, affidata alle opere inedite di 13 artisti che, attraverso la presentazione di più lavori (ben 129), fossero in grado di dimostrare, con le proprie soluzioni espressive, il rinnovamento e la vitalità di questo genere artistico. Al contempo, il sottotitolo della rassegna, l’immagine delle immagini, desunto, come ci informa il curatore, da un’epigrafe dannunziana al Corpus Domini di Francesco Paolo Michetti: “E il Corpus Domini era per tutti noi, cercatori irrequieti di un’arte nuova, il Verbo dipinto: era nella nostra chiesa, l’immagine delle immagini”, suonava però come una domanda retorica rivolta al visitatore, se cioè tra quelle esposte, ce ne fosse una capace di rivestire il ruolo superlativo che la rappresentazione della processione realizzata dal Michetti aveva per il Cenacolo francavillese. Altresì, se oggi, sia attribuibile a una qualche opera d’arte il ruolo di supremazia assoluta come in altri momenti è stato possibile. Rimandando alla galleria delle immagini per le opere e i nomi degli artisti partecipanti che vi suggerisco di approfondire sui loro profili social o siti web, cercherò di evidenziare gli aspetti generali della rassegna, lasciando a ognuno di voi il giudizio su quanto presentato.

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Antropocentrico e vegetale nella fotografia di Giovanni Tavano

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Giovanni Tavano, “Mondi Paralleli”, 2010-2020

Giovanni Tavano (Pescara-1954), presenta fino al 3 settembre, nella bella cornice del Museo Laboratorio ex Manifattura Tabacchi di Città Sant’Angelo (PE), Fotografie dal 1977 al 2020, una selezione del suo lavoro storico in b/n sviluppato tra la fine degli anni Settanta e quella degli anni Ottanta e di quello inedito a colori a cui si è dedicato dal 2012 al 2020, su cui mi concentrerò perché attinente al tema di questo blog. Per le tecniche, gli argomenti e i linguaggi impiegati, la mostra è un riassunto anche delle problematiche della fotografia che sono state dibattute in un Talk on photograpy svoltosi l’11 agosto nella stessa sede espositiva a cui hanno partecipato tra gli altri, oltre all’autore e al curatore Enzo De Leonibus, anche i critici Antonio Zimarino e Ivan D’Alberto, i docenti Marco Brandizzi e Franco Fiorillo e i fotografi Paolo Dell’Elce e Jacopo Pasqui.

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I Giardini di Marco Eusepi in mostra a Noto

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Veduta della mostra, Gardens, Marco Eusepi, Palazzo Trigona, Noto, 2022, Foto Alfio Garozzo, Courtesy l’artista e NOVO – Eduardo Secci, Firenze, Milano

Noto (SR), capitale del Barocco divenuta Patrimonio dell’Unesco, è stata definita dallo storico dell’arte Cesare Brandi (1906-1988) Giardino di Pietra, per la ricchezza dei decori dei propri palazzi. Appare pertanto non casuale che proprio qui, nella splendida cornice del piano nobile del palazzo Trigona di Cannicarao, riaperto per l’occasione dopo oltre quarant’anni di chiusura, sia stata presentata e resterà visibile fino al 15 settembre, a completamento della vegetazione lapidea della città, la mostra Gardens di Marco Eusepi (Anzio 1991), che accoglie opere recenti o realizzate appositamente, i cui motivi vegetali si stagliano sulle pareti spoglie del palazzo e che, trovandomi nella località siciliana, ho avuto la fortuna di visitare.

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La natura agricola di Hilario Isola (intervista)

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Hilario Isola – SILOS – 2021

Hilario Isola (Torino, 1976) è uno dei pochi artisti italiani contemporanei a occuparsi esplicitamente del mondo agricolo, aspetto che mi sta particolarmente a cuore, perché ciò che chiamiamo paesaggio o natura spesso coincide con la realtà antropizzata dell’agricoltura, soggetto che però viene tenuto ai margini del campo di osservazione dell’arte. Isola al contrario, che unisce alla sua attività di artista quello di piccolo imprenditore agricolo, mette l’agricoltura al centro della sua indagine, unendo “la dimensione organica e viva della natura alla dimensione del sapere artigianale dell’uomo”, che certamente, aggiungo, rimane ancora presente nell’ambito agricolo ma anche ai miti che sono legati alla coltivazione della terra. La sua ricerca si fa forte di una ricchezza di mezzi espressivi che presuppongono una profonda conoscenza della stessa e l’impiego di un’ampia gamma di materiali: attrezzature e cascami dell’attività agricola (reti antigrandine, vinacce) e processi (fermentazione, stagionatura) oltre a insetti e prodotti finali, coinvolgendo non solo la vista ma tutti gli altri sensi. Il suo ultimo lavoro è Rurale, presentato recentemente a Roma, alla Galleria Valentina Bonomo. Sul suo sito web è possibile rendersi conto dell’evoluzione del suo progetto.

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Quattro visioni dell’oceano e i 50 Mari di Mathieu Lehanneur

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50 Seas 02_Mathieu Lehanneur ©Felipe Ribon (Black Sea – Ukraine – Nota dell’autore)

Quest’anno la Giornata degli Oceani, ricorrente l’8 giugno, si è svolta in concomitanza con la Biennale di Venezia e la Design Week di Milano ed è stata celebrata sia in queste manifestazioni sia in alcuni altri eventi collaterali. Al tempo stesso essa è stata l’occasione per fare il punto sull’oceano e il mare, che qui intendo come sinonimi, come luogo artistico e anche sullo spazio che essi hanno nella trattazione artistica ambientale. Pur essendo deputati alla produzione di ossigeno e di risorse alimentari essi continuano ad essere per noi umani luoghi inospitali, in cui non possiamo vivere e in cui non prevediamo di farlo nei prossimi decenni, mentre stiamo sviluppando il nostro viaggio su Marte, e che anzi sono divenuti minaccianti a causa del rischio dell’innalzamento del loro livello. D’altro canto, l’oceano, come dice la curatrice e storica dell’arte Chus Martinez (1972), è un luogo che racchiude storia e cultura e quindi abilitato ad essere oggetto artistico da vari punti di vista.

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L’Ecce Folium di Annalisa Di Meo

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Annalisa Di Meo – n° 3 – spago, lino e acrilico su tela – 2006

L’arte ambientale ha tra i suoi filoni la considerazione dei vari elementi che compongono il mondo vegetale: boschi, alberi, piante e fiori e alcuni degli artisti di cui ci siamo finora occupati ne hanno evidenziato i vari aspetti, con tecniche e finalità differenti. Marzia Migliora si è interessata di piante alimentari; Cesare Viel, Eugenio Tibaldi e Quayola hanno descritto orti e giardini; Giuseppe Penone e Margherita Galli hanno rappresentato interi alberi o tronchi; Pep Marchegiani e Margherita Leoni hanno dipinto fiori; Paola Marzoli si è concentrata sui fili d’erba; Silvia Infranco si è ispirata a splendidi erbari. Annalisa Di Meo (Brescia 1977), attualmente in mostra allo spazio Manifiesto Blanco fino al 18 giugno, ci invita invece guardare le foglie, a concentrarci su questa parte delle piante, finora piuttosto trascurata, con un titolo che è un imperativo: Ecce Folium.

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La Natura Sovrana di Francesco Santosuosso

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Francesco Santosuosso – APOCALICTIC RIVER – olio e acrilico su tela – cm 150 200 – 2019

Immergendomi tra le opere della mostra Natura Sovrana di Francesco Santosuosso (Milano – 1959) in corso alla Galleria Rubin di Milano fino al 29 maggio, ho provato la sensazione che non si trattasse di paesaggi, nonostante essi da un punto di vista puramente definitorio lo siano, assieme a tutta la gamma di opposti sentimenti che si avvertono allorquando ci si trova di fronte a degli ambienti naturali: paura, timore, pace, quiete. Provo a spiegarvi perché.

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