Fotografo impegnato nell’ambito dell’intercultura e della difesa dei diritti umani, ha realizzato numerose esposizioni, in ambito sociale ("Tra di noi", progetto finanziato da Fondazione Cassa di Risparmio Modena; "Donne d’Africa",per Provincia di Modena; "Il lavoro è per l’uomo, il Villaggio Artigiano di Modena"; "Ogni giorno così - cronache di quotidiane violenze alle donne" per Comune di Modena; il docufilm "La legge (non) è uguale per tutti" sul razzismo istituzionale ) La sua ricerca fotografica parte dal teatro, e cresce nella investigazione della persona e dell’ambiente in un lavoro di relazione tra fotografo e soggetto.
Valeria Torresan vive e lavora a Milano. Dopo aver studiato alla University of Arts London sta approfondendo le tecniche di ripresa. Il suo primo interesse sono state le fotografie di strada, incentrate sulla relazione tra paesaggi e persone. Attualmente si sta focalizzando sul ritratto e sul corpo umano, tematiche presenti nel suo ultimo progetto fotografico About Bodies, una ricerca incentrata sul rapporto tra le persone e il loro corpo che lega cinque storie diverse.
Elisabetta Ambrosio, nata a Milano, diplomata all’IED in Pubblicità Marketing e Comunicazione, giornalista, laureata in Scienze della Comunicazione, appassionata di legatoria d’arte e di fotografia, da qualche mese vive e lavora in un piccolo paese in provincia di Varese, nella sua casa ai confini del bosco. Un sogno che coltivava da tempo: vivere a contatto con la natura, coltivare ortaggi e fiori, fotografare i boschi.
Marco Nero lavora da 20 anni con agenzie pubblicitarie internazionali per realizzare campagne per aziende situate in tutto il mondo. Realizza anche servizi di riprese aeree con droni e aerostati ad elio.
La sua passione per la fotografia è nata quando era ancora bambino: per la comunione ha ricevuto in regalo la sua prima macchina fotografica, mentre per la cresima è arrivato un ingranditore. Da lì è stato un crescendo: ha studiato arte e poi fotografia alla scuola Bauer, dopo di che ha iniziato a lavorare come fotografo.
Dal 1999 è membro dell’Associazione Nazionale di Fotografi Professionisti TAU Visual e responsabile del comparto riprese. Dal 2005 è anche docente di “fotografia pubblicitaria” e “photography direction” all’Istituto Europeo di Design e “marketing per fotografi” alla Bauer di Milano.
I suoi valori sono la legalità e il rispetto per l’ambiente.
Camilla Albertini è fotografa e videomaker freelance.
Nata a Milano, si è laureata nel 2017 in fotografia presso l’Istituto Europeo di Design, dove ha avuto l’opportunità di approfondire gli aspetti tecnici ed esaminare in profondità il ruolo dell’immagine.
È appassionata di cinema, musica e arte e viaggiare è sicuramente una delle cose che preferisce.
Adolfo Massazza nato a Genova, vive e lavora a Milano.
Laureato in musicologia, svolge la sua professione nell’ambito dell’industria musicale.
Pur avendo scattato fin dal 1976, riprende ad esplorare il mezzo espressivo nel 2015, quando si imbatte in alcuni scatti realizzati negli Anni 70 e 80 con intento più estetico che documentale.
In uscita nel 2020 per Silvana Editore all’interno del percorso collettivo Isozero diretto e curato da Efrem Raimondi, ha realizzato Fratelli, un lavoro composto da una serie in stile staged photography realizzata con i propri figli, ritratti in ambienti appositamente ricreati.
Nel 2019 ha partecipato alla mostra collettiva su Via Padova presso lo Studio di Giulia Nausicaa Bianchi con una serie dal titolo Messaggio non recapitato.
Ha realizzato progetti sui Cosplay, sugli interni di case di campagna e alcuni progetti astratti e seriali.
Il piccolo libro Radura, a tiratura limitata, si appoggia ad un racconto autobiografico per elaborare un percorso di narrativa visuale.
Ha un profilo Instagram in cui esprime la propria poetica intima e sociale al contempo e dove la presenza umana, benché rara, è comunque sempre sottintesa.
www.instagram.com/sonicreducer62/
Antonio Cereda, 1942, è nato Milano e vive da anni all’Ortica (Örtiga in milanese).
Inizia a lavorare a quindici anni in una ditta di imballaggi, nel frattempo, si diploma in ragioneria alle scuole serali e poi studia economia in Cattolica.
A metà degli anni ‘60, un amico lo fa interessare alla fotografia e lo convince ad acquistare la prima macchina fotografica, una Nikkormat. Negli anni ‘80, la curiosità diventa passione con la ricerca di una espressività personale che si traduce nei reportages fotografici dei propri viaggi in tutto il mondo.
Dalla metà degli anni ‘80 fotografa anche le opere dei writers che hanno arricchito il panorama milanese.
Le sue fotografie sono state pubblicate in quattro libri e presentate in altrettante mostre, oltre a comparire in numerose riviste.
Altra passione, tenuta però a livello privato, è la scrittura perché ama raccontare i propri viaggi per lasciarne una traccia non solo visiva.
Francesco De Vincenzi, architetto, si dedica, prevalentemente, ai Beni Culturali e al loro recupero. Negli anni ’90, progetta corsi di formazione e aggiornamento sulle realtà storico turistiche della propria regione. Dal 1986 a oggi, collabora con l’Almanacco del Molise e ArcheoMolise. Nel 1999 è tra i redattori del Volume “La civiltà della transumanza. Storia, cultura e valorizzazione dei tratturi e del mondo pastorale in Abruzzo, Molise, Puglia, Campania e Basilicata” e nel 2014, dell’”Atlante tematico delle acque del Molise”. Attualmente è docente presso il Liceo Artistico di Isernia. Nelle sue foto privilegia la contrapposizione delle tematiche del paesaggio rurale e del minimalismo tecnologico e l’osservazione di riti e cerimoniali o dei particolari di realtà urbane poste fuori del tempo.
Stefano Barattini ha studiato Architettura al Politecnico di Milano. Ha iniziato a fotografare nel 1979, quando ha cominciato a legare la fotografia al viaggio. Dal 1990 avvia la collaborazione con la rivista Mototurismo e in seguito con Scooter Magazine, dove ha pubblicato diversi reportage di viaggio. Successivamente documenta i suoi viaggi in Africa. Tratta periodicamente spazi significativi dal punto di vista architettonico e spazi suburbani in cui è assente la presenza umana. Da 5 anni ha inserito tra i suoi soggetti i luoghi abbandonati e in particolare le aree industriali. Dal 2019 inaugura un nuovo percorso di ricerca con l'impiego dei droni, dedicandosi principalmente alla rappresentazione delle geometrie create dall’uomo con le sue coltivazioni, definendo un nuovo modo di rappresentare il paesaggio rurale antropizzato.