L’amore di Raffaele Cornaggia per gli oggetti

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Raffaele Cornaggia – Macairodonte – l. 250 cm h. 80 cm peso 40 kg

In un bosco di sezioni di tronchi di alberi di grandi dimensioni, si aggirano una tigre con i denti a sciabola, un lupo nell’atto di ululare, un bambi pronto a fuggire al primo rumore sospetto. Animali realizzati con centinaia di parti di oggetti abbandonati e ritrovati nelle discariche o donati da persone desiderose di conservarne la memoria, avvitate tra loro a creare forme nel rispetto dei colori. Sono le opere di Raffaele Cornaggia  (Cosio Valtellino, 1961) l’artista che ha creato Scraps World, il mondo dei rifiuti in cui animali e divinità mitiche realizzati con l’impiego di materiali scartati sono stati ambientati, per l’edizione del Fuori Salone 2021, nel punto vendita dei maestri italiani dell’artigianato del legno Bruno Spreafico, proprio a ricordarci il valore di questa risorsa e della natura di cui essa è manifestazione, messa a rischio dalla dispersione di manufatti abbandonati sulla terra ed ormai anche attorno ad essa.

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Per Gloria Campriani l’economia soccombe alle trame dell’immaginazione

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Gloria Campriani-Connessioni-Santa Chiara Lab-Università di Siena-2016

Gloria Campriani(Certaldo, 1962) è una fiber artist, un’artista che impiega fibre riciclate per le sue creazioni artistiche. Con le fibre è venuta in contatto sin dall’infanzia nel laboratorio artigianale in cui i suoi genitori producevano maglieria, attività da cui si distacca per dedicarsi allo studio delle lingue e poi per lavorare nella moda con importanti marchi, coltivando però sempre una passione artistica che non dichiara esplicitamente alla sua famiglia. All’inizio vi si dedica nelle ore notturne, prima dipingendo, poi incollando oggetti e infine, nella maturità, impiegando il filo, in un percorso di recupero delle sue origini, sia per realizzare delle sculture tessili sia per sviluppare come regista degli spettacoli a sfondo psicologico in cui il filo è simbolo di relazioni, trame, percorsi che avvolgono gli interpreti e gli spettatori.

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Perché continuare a dipingere fiori? L’artista Pep Marchegiani risponde con le sue opere

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Pep Marchegiani -Epicentre – 2019

La casa dei miei genitori era in una via dedicata al pittore Mario de’ Fiori, pseudonimo di Mario Nuzzi (1603-1673), un artista divenuto famoso per la sua abilità nel dipingere i fiori che, essendo figlio di un floricultore, ebbe  modo di osservare nelle serre paterne e disegnare fin dall’infanzia. Visse e lavorò principalmente a Roma e poi in Toscana dove svolse importanti incarichi per i Barberini e per altre famiglie nobiliari e poi per la collezione di nature morte dei De’ Medici. Il suo nuovo nome comparve per la prima volta nel certificato del suo secondo matrimonio dove appare come” Marius, Pictor Romanus, vulgo Mario de’ Fiori”. Ottenne numerosi riconoscimenti e può essere ritenuto il maestro di generazioni di pittori “fioranti”, italiani e stranieri.

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Broken Nature un anno dopo

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La maschera da snorkeling con la valvola Charlotte realizzata dalla Isinnova di Brescia

Broken Nature, la mostra al centro della XXII Esposizione Internazionale della Triennale di Milano, curata da Paola Antonelli, si è svolta a Milano, dal 1 marzo al 1 settembre dello scorso anno. Si trattava di una mostra molto bella e molto ampia accompagnata da un passa parola entusiastico che invitava ad andarla a vedere. A distanza di un anno e in un contesto molto diverso, può essere utile verificare la validità delle premesse poste alla sua base e l’attualità dei contenuti presentati.

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In principio era l’orto

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Ortaggi- ©   Francesco de Vincenzi – Centro Antico di Isernia – 2013

Gilles Clément, il celebre paesaggista, ma anche ingegnere agronomo, entomologo, botanico, filosofo; nel suo saggio “Breve Storia del Giardino”, afferma che il primo giardino è un orto. L’uomo nomade decide di interrompere le proprie peregrinazioni per un motivo eminentemente alimentare, perché ha trovato un luogo dove poter coltivare i propri alimenti. Il primo giardino è anche un recinto, perché quegli alimenti non sono a disposizione di tutti e va protetto.

La più felice espressione del connubio tra giardino e orto è l’orto dei re a Versailles, il giardino alimentare che deve assicurare il rifornimento della tavola reale, ma anche il luogo di sperimentazione di tecniche di coltivazione e di potatura.

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Torino 2020 Capitale dell’Economia Circolare

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Torino, città interessata da grandi processi di riconversione industriale e urbanistica, si è candidata a Capitale dell’Economia Circolare del 2020, con un progetto che si svilupperà attraverso un programma di convegni, laboratori, mostre e installazioni che coinvolgeranno il mondo artistico, scientifico ed economico da settembre a dicembre del prossimo anno.

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Si fa presto a dire plastic free ma poi…

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Plastic Bag Jelly Fish – Foto di U+1F360 -Creative Commons – 2018

Nella Città Vegetale l’uso della plastica sarà certamente ridotto anche se sarà impossibile farne a meno per molte applicazioni.

La UE ha approvato la direttiva SUP (Single Use Plastics) che vuole impedire l’impiego delle plastiche mono uso non biodegradabili di origine fossile. Le immagini degli uccelli e dei pesci pieni di plastiche e delle isole di plastica che si sono formate negli oceani hanno fatto il giro del mondo. Queste plastiche hanno forti conseguenze sull’ecosistema marino e pertanto è necessario porre un freno al loro utilizzo.

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