La Building Gallery di Milano ha lanciato nel corso del 2018 il progetto BuildingBox, con cui una delle vetrine che affacciano sulla via Monte di Pietà viene destinata periodicamente all’opera di un artista di modo che la stessa sia visibile allo spettatore senza che sia necessario entrare nella Galleria e soprattutto ad ogni ora del giorno e della notte, visto che la vetrina resta permanentemente illuminata. Da Gennaio di quest’anno essa ospita le opere dell’iniziativa Equorea dove 12 tra artiste e artisti italiani, uno per ogni mese dell’anno, presentano, in una formula tra la personale e la collettiva, un lavoro dedicato al tema dell’acqua variamente intesa nel senso di: risorsa necessaria per la nostra vita, mare, oceano, elemento naturale costitutivo della materia di cui è fatto l’universo che, alla luce dei rischi di siccità che corriamo, ha acquisito un nuovo rilievo anche dal punto di vista artistico, anche se, come avevo commentato in un mio precedente articolo su questa rivista, essa non appariva tra i soggetti solitamente trattati dall’arte ambientale. In quell’articolo evidenziavo quattro differenti visioni delle distese d’acqua del globo: 1) museo; 2) luogo del mito e della fantasia: 3) luogo di riscatto politico-sociale; 4) urgenza ambientale.
Continua a leggereCategoria: responsabilità sociale
Le architetture (e i comportamenti) criminali secondo Adelaide Di Nunzio
Le cause dei cambiamenti climatici e ambientali, di cui parliamo nella Città Vegetale, ruotano fondamentalmente attorno a due definizioni: Antropocene e Capitalocene. Secondo la prima essi sono causati dall’attività umana successiva alla rivoluzione industriale, per la seconda la responsabilità è del modo di produzione capitalistico, privato o di stato. La fotografa e artista Adelaide Di Nunzio (Napoli-1978) con il suo libro Architetture criminali (Crowdbooks-2020) introduce una terza causa: la criminalità. La pubblicazione, risultato di oltre dieci anni di viaggi e servizi in Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, testimonia gli effetti sul paesaggio e sull’ambiente dell’attività delle organizzazioni criminali, ma anche di scelte politiche e di decisioni amministrative errate. Il suo lavoro è animato da un forte impulso etico, che si può condensare nella sua massima “la denuncia fotografica è un atto d’amore verso la società”. Per lei il fotogiornalismo è un lavoro antropologico e sociale, che coglie gli esseri umani sul palcoscenico della vita, per stimolare una riflessione, come testimoniato anche dai suoi altri lavori: The skin, ispirato al romanzo La pelle di Curzio Malaparte e My women, una ricerca sulla condizione femminile, in cui interviene con pittura e segni sul corpo nudo delle donne.
Continua a leggereArte e verde in carcere
La Dott.ssa Cosima Buccoliero, direttrice del carcere di Bollate (MI), in un bel TED dedicato alla realtà carceraria italiana, fa notare che, se ci fosse chiesto di disegnare la pianta di una città, molti di noi dimenticherebbero di inserire il carcere perché non sanno o non vogliono immaginarselo. Per rendere chiaro cosa esso sia, usa tre sostantivi: reclusione, privazione, dipendenza. Si è ristretti in uno spazio, si è privati delle libertà, si dipende dagli altri per qualsiasi cosa, anche per un’aspirina. A tutto ciò si aggiunge il sovraffollamento che amplifica e peggiora le condizioni della detenzione.
Continua a leggereTurismo No PAV?
Il Corriere Innovazione/News ha pubblicato, in accordo con Volagratis.com, un elenco delle 10 migliori opere di Land Art sparse in giro per il mondo: dal cuore della Russia alle montagne del Trentino-Alto Adige.
Continua a leggereAlberi a Natale e in… Agosto
Nel 2008, l’artista Michel Blazy presentò al Parco d’Arte Vivente di Torino l’opera Noël en août (Natale in Agosto). Coinvolgendo famiglie e alunni della città, promosse la raccolta di alberi natalizi, privi delle radici, che furono reimpiantati in un campo per sostenere delle piante di pomodori pachino, raccolti poi nell’agosto successivo e consumati in una bruschetta collettiva. L’opera di Blazy voleva da un lato denunciare un comportamento non sostenibile, offrendo al tempo stesso una possibilità di un impiego ambientalmente utile di quanto restava della festività, così da indurre a una riflessione su comportamento più solidaristico.
Continua a leggereSi fa presto a dire plastic free ma poi…
Nella Città Vegetale l’uso della plastica sarà certamente ridotto anche se sarà impossibile farne a meno per molte applicazioni.
La UE ha approvato la direttiva SUP (Single Use Plastics) che vuole impedire l’impiego delle plastiche mono uso non biodegradabili di origine fossile. Le immagini degli uccelli e dei pesci pieni di plastiche e delle isole di plastica che si sono formate negli oceani hanno fatto il giro del mondo. Queste plastiche hanno forti conseguenze sull’ecosistema marino e pertanto è necessario porre un freno al loro utilizzo.
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