Turismo No PAV?


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Trèfle– Dominique Gonzalez-Foerster-PAV-1965-archivio personale-2019

Il Corriere Innovazione/News ha pubblicato, in accordo con Volagratis.com, un elenco delle 10 migliori opere di Land Art sparse in giro per il mondo: dal cuore della Russia alle montagne del Trentino-Alto Adige.

I siti italiani sono 4 e qui parleremo solo di questi. Uno in Umbria, Campo del Sole a Tuoro sul Trasimeno (PG) e 3 in Trentino-Alto Adige, rispettivamente ArteSella in Val Sugana, Bosco Arte a Stenico (BZ)e Smach a Piccolino (BZ). A questi va aggiunto un quinto sito che non deve essere trascurato.

Campo del Sole consiste in un’installazione realizzata dall’artista Pietro Cascella con la collaborazione dello scultore Mauro Berrettini e della scultrice svizzera Cordelia von den Steinen, formata da 27 colonne scultoree che guidano a una tavola centrale. In tutti gli altri tre casi si tratta di parchi museali, cioè di spazi aperti in un contesto non urbano; un bosco, una montagna, una valle, in cui sono collocate delle opere d’arte, realizzate spesso con materiali provenienti dallo stesso ambiente naturale.

ArteSella-The Contemporary Mountain è un’associazione, nata nel 1989 a Borgo Valsugana (TN), con l’idea di legare Arte e Natura sulla base di alcuni principi fondamentali. Gli spazi naturali sono di per sé museo e un luogo da visitare e ammirare; in questi spazi è possibile collocare opere che saranno state realizzate con materiali provenienti principalmente dagli stessi luoghi; l’artista non ha la firma esclusiva di queste opere perché saranno gli agenti naturali a completarla e trasformarla. Il parco-museo è articolato attorno a due percorsi espositivi: l’Area di Malga Costa e Cattedrale Vegetale e il Giardino di Villa Strobele che raccolgono le opere realizzate, in 30 anni, da importanti artisti Italiani e stranieri.

Bosco Arte – Museo d’Arte nella Natura, a Stenico, in Val Giudicarie, è un percorso naturale-artistico, ideato da un gruppo di amici, costituitosi poi nell’Associazione BAS, realizzato con le opere degli artisti che ogni anno, dal 2013, sono selezionati a realizzare il tema dell’anno. Il tema del 2020, che sarà realizzato dal 28 giugno al 5 luglio, è Metamorfosi.

Smach-Constellation of art, culture and history in the Dolomites Alps; consiste nel parco artistico Val dl’Ert, realizzato con le opere acquisite durante le varie edizioni dello SMACH Art Competition che si svolge, dal 2013 e con cadenza biennale, in differenti località della Val Badia.

Proprio alla luce delle caratteristiche di questi nuovi luoghi d’arte, sorprende che il Corriere della Sera non abbia inserito tra le destinazioni il Parco Arte Vivente di Torino che certamente rappresenta una delle migliori realizzazioni in questo ambito.

Il PAV è stato inaugurato nel 2008, su un’area industriale dismessa, in una zona semiperiferica della città, tra palazzi e strade. Nasce dall’idea di Piero Gilardi, precursore, nel 1965, con i suoi Tappeti Natura, dell’arte ambientale italiana e internazionale e che nel tempo ha puntato sull’unione tra arte e responsabilità sociale che il PAV realizza felicemente. Il Parco è formato da un percorso che si snoda in un’area aperta, di circa 2,3 ettari e da uno spazio coperto. Nella prima sono collocate opere realizzate nel corso degli anni e che oltre a impiegare materiali vegetali o propri del sito, in alcuni casi, sono vere e proprie attività agricole, come per la semina di piante rare o antiche e riscoperte, sulla scorta dell’artista-giardiniere di Clément. Nello spazio coperto sono ospitate delle mostre temporanee e dei laboratori di sperimentazione permanenti, rivolti al dialogo tra arte e natura, tra scienze e ambiente, tra pubblico e artisti.

La collocazione urbana è il punto di forza del PAV. Non solo per la raggiungibilità ma perché Il Parco nasce proprio come riflessione di una città, storicamente industriale come Torino, che h scelto l’arte e l’ambiente come rappresentazione della sua direzione verso il post-industriale. Si veda al proposito il progetto Torino 2020 Capitale dell’Economia circolare. Del resto, la sua collocazione serve a stimolare la partecipazione dei cittadini a sperimentare il Parco e interagire con le opere o a partecipare alla loro realizzazione. Quindi, non si tratta solo di ammirare le opere in un percorso bucolico ma di viverle dentro la città, in un luogo che diviene terreno di resistenza alle trasformazioni ambientali e di consapevolezza delle nostre responsabilità.


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