Buon Natale e Buon 2024

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Sandro Botticelli (1445-1510) – Natività mistica – 108,5×75 cm – Tempera su tela – 1501 –
National Gallery Londra

Ci sono molte interpretazioni di questo opera, poco conosciuta, di Sandro Botticelli e il cui titolo è un’attribuzione recente, dipinta nel periodo in cui a Firenze era forte l’influenza del frate Gerolamo Savonarola, priore del convento di San Marco e di cui l’artista se non ne fu seguace avrebbe avvertito l’influenza che si tradurrebbe in una rinuncia alle regole della prospettiva e in figure spigolose.

A mio avviso l’opera colpisce per la sua singolarità e la sua gioiosità.

Al centro, in quella che non è né una capanna, né una grotta e che potrebbe ricordare quasi la tomba in cui sarà collocato il corpo una volta deposto dalla croce, anche se qui il fondo è aperto in modo da far vagare lo sguardo sul bosco alle spalle, sta la scena della natività con una Madonna che per le sue dimensioni domina la scena . Il Bambino è deposto su una stuoia e Giuseppe, quasi a ribadire il suo ruolo di non protagonista è accovacciato, forse provato dalla stanchezza.

Sulla sinistra i tre re magi sono accompagnati da un angelo che posta nella mano sinistra un ramo d’ulivo. A destra un altro angelo, sempre con un ramo di ulivo, invita dei pastori.

Sul tetto tre angeli sono vestiti con abiti i cui colori simboleggiano la Fede (bianco), la Carità (rosso) e la Speranza (verde).

In alto, di fronte a quella sembra un’apertura (forse del Paradiso), dodici angeli danzano tenendosi per mano. In basso invece tre angeli aiutano altrettanti uomini a rialzarsi mentre ai loro piedi dei demoni fuggono nascondendosi nella terra.

Nella parte alta un’iscrizione, piuttosto oscura, rappresenta forse una concessione alla predicazione del Savonarola. Ciononostante io penso che l’atmosfera di gioia della Natività non sia sparita.

TANTI AUGURI

Il Tempo Perso di Gonzalo Borondo

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Gonzalo Borondo – Tempo Perso – ph Roberto Conte

Consiglio vivamente la visita alla mostra Tempo Perso di Gonzalo Borondo (Segovia, 1989) in corso alla Galleria Tempesta di Milano fino al 1° marzo 2024, il cui titolo va inteso nell’accezione di tempo storico e cioè perduto, trascorso, che ha a che fare con la memoria individuale e collettiva, con l’identità di persone e popoli, con la storia, con ciò che in queste non è più visibile, non è più presente perché mescolato con altri tempi, altri ricordi, altre memorie. Affacciatosi sulla scena artistica come street artist con capacità e peculiarità tutte sue, egli unisce la capacità di controllo scenografica dello spazio a una intensa ricerca sui luoghi, sulle architetture e quindi sul tempo che le opere degli uomini rappresentano. In un momento in cui tutti parlano di ambiente ci ricorda che lo spazio che ci circonda è definito storicamente.

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Le soluzioni circolari di Luca Locatelli in mostra a Torino

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Ice Cave – Vatnajökull, Islanda, 2022 © Luca Locatelli

Fino al 18 febbraio 2024 alle Gallerie d’Italia di Torino si può visitare la mostra “LUCA LOCATELLI. THE CIRCLE. Soluzioni per un futuro possibile” a cura di Elisa Medde. Luca Locatelli (Pavia, 1971) ha vinto nel 2020 il primo premio del prestigioso World Press Photo nella sezione Environment Stories e ha passato molti anni a documentare e ricercare le esperienze più significative nell’ambito della “economia circolare”. L’esposizione è il risultato dell’indagine svolta per conto di Intesa Sanpaolo con cui il fotografo italiano ha viaggiato negli ultimi due anni attraverso l’Europa alla ricerca di pratiche e storie emblematiche e replicabili che aprissero il dibattito sulla transizione ecologica e sullo stato del pianeta.

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A Venezia c’è una foresta invisibile

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Fabrice Hyber – Reborn – 2023 – Hyberglass – Proprietà Fondazione Louis Vuitton Fabrice Hyber

Abbiamo già incontrato Fabrice Hyber (1961), in occasione della mostra Siamo Foresta svoltasi alla Triennale di Milano e conclusasi il 29 ottobre, dove le opere di questo artista francese accompagnavano disegni e realizzazioni dell’artista yanomami Sheroanawe Hakihiiwe (1971). Ora lo ritroviamo, fino al 7 gennaio del prossimo anno, allo spazio Louis Vuitton di Venezia con un’opera intitolata La Foresta Invisibile, dove immagina di collocare Venezia sulla immaginaria canopia di vetro degli alberi di rovere o quercia, su cui questa città è fondata.

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