(Tempo di lettura5minuti)Maura Tacchinardi – INCOLTO Rorschach, immagine digitale da ricamo, dimensioni variabili, 2023
Il lavoro di Maura Tacchinardi (Milano 1973) può essere definito inizialmente come realismo urbano-vegetale perché indissolubilmente legato alla città, alle sue periferie, alla vita delle persone che vi abitano, agli spazi di vegetazione che residuano, alle condizioni che rendono possibile vivere in un luogo facendone un’isola. La sua indagine di tipo sociale e antropologico, si fonda sulla convinzione che l’esperienza artistica debba consistere in un’attività trasformativa alchemica basata sulla relazione umana. Nel corso di quella ha accumulato testimonianze, relazioni, ricordi restituiti attraverso testi, fotografie, disegni, ricami, dipinti, che oggi evolvono nella messa a punto di un nuovo segno espressivo.
(Tempo di lettura5minuti)Ambrogio Lorenzetti – Effetti del Buon Governo in campagna – 1338/1339
Michael Jakob non è un artista ma insegna Lettere comparate all’Università di Grenoble e Storia e Teoria del paesaggio all’Haute école du Paysage, Ingénierie et Architecture di Ginevra, ha scritto numerosi libri ed è curatore di mostre, in cui affronta i temi del paesaggio in una prospettiva molto ampia. Mercoledì 17 maggio ha tenuto, all’Accademia di Brera, nell’ambito del ciclo di conferenze Human Landscape coordinato dal Prof. Roberto Priod, una bellissima lezione dedicata al paesaggio contemporaneo attraverso una serie di opere artistiche che lo hanno collocato nella evoluzione storica della sua rappresentazione e percezione.
(Tempo di lettura7minuti)Fabio Marullo – Ciò che di misterioso è palpabile – argilla bianca – 2016
La Building Gallery di Milano ha lanciato nel corso del 2018 il progetto BuildingBox, con cui una delle vetrine che affacciano sulla via Monte di Pietà viene destinata periodicamente all’opera di un artista di modo che la stessa sia visibile allo spettatore senza che sia necessario entrare nella Galleria e soprattutto ad ogni ora del giorno e della notte, visto che la vetrina resta permanentemente illuminata. Da Gennaio di quest’anno essa ospita le opere dell’iniziativa Equorea dove 12 tra artiste e artisti italiani, uno per ogni mese dell’anno, presentano, in una formula tra la personale e la collettiva, un lavoro dedicato al tema dell’acqua variamente intesa nel senso di: risorsa necessaria per la nostra vita, mare, oceano, elemento naturale costitutivo della materia di cui è fatto l’universo che, alla luce dei rischi di siccità che corriamo, ha acquisito un nuovo rilievo anche dal punto di vista artistico, anche se, come avevo commentato in un mio precedente articolo su questa rivista, essa non appariva tra i soggetti solitamente trattati dall’arte ambientale. In quell’articolo evidenziavo quattro differenti visioni delle distese d’acqua del globo: 1) museo; 2) luogo del mito e della fantasia: 3) luogo di riscatto politico-sociale; 4) urgenza ambientale.
(Tempo di lettura4minuti)Binta Diaw, La plage noire, 2022. Ph Antonio Maniscalco, Courtesy the artist and Prometeo Gallery Ida Pisani, Milan-Lucca
L’artista senegalese-italiana Binta Diaw (1995) presenta a Milano, fino al 6 dicembre, alla Galleria Prometeo di Ida Pisani, la mostra La plage noir, una nuova opera in cui sviluppa i temi della libertà e dell’emancipazione in un contesto post-coloniale, già toccati in precedenti esposizioni come Chorus of soil del 2019 e Dïà s p o r a del 2021. Nell’installazione impiega materiali e mezzi espressivi che rappresentano ormai una sua costante: acqua, terra, semi, piante come simboli di rete, rifugio, vita, libertà, connessi idealmente mediante fili annodati a mo’ di trecce, raffigurazione storica e antropologica della condizione delle popolazioni, in particolare femminili, sottoposte al dominio delle potenze coloniali, a cui si uniscono immagini del proprio corpo fotografato in modo da renderlo simile ad un paesaggio naturale, come nella serie Paysages Corporelles series del 2019.
(Tempo di lettura4minuti)THE GREENLAND PROJECT by Roberto Ghezzi
Quest’estate Roberto Ghezzi (Cortona, 1978) ha trascorso un lungo periodo in Groenlandia, presso la RED House di Tasiilaq creata da Roberto Peroni, situata sulla costa orientale dell’isola, per la realizzazione della prima fase del Greenland Project dedicato alla rappresentazione e misurazione del fenomeno dello scioglimento dei ghiacci in cui si è avvalso della collaborazione della cartiera Enrico Magnani Pescia, che ha messo a disposizione le carte fotosensibilizzate e della consulenza scientifica dell’Istituto delle Scienze Polari del CNR per l’analisi dei risultati. Nel 2023 questi saranno esposti al Museo della Carta di Pescia e alla galleria Gilda Contemporary Art di Milano, accompagnati da foto, schizzi e acquerelli dell’ambiente di ricerca e appunti di viaggio. Con la sua ricerca Ghezzi si iscrive tra quegli artisti che vedono uno stretto rapporto tra fenomeni naturali, indagini scientifiche e raffigurazione artistica.
(Tempo di lettura4minuti)Velasco Vitali Goldwatch #13 [foto Velascovitalistudio]
Il 73° Premio Michetti, (Palazzo San Domenico – Francavilla al Mare – fino al 25 settembre) curato da Nunzio Giustozzi e assegnato all’artista Velasco Vitali (Bellano, 1960) per la sua opera Goldwatch #13, dichiarava fin dal titolo figura, ae l’intenzione di una rassegna dell’arte figurativa italiana contemporanea, affidata alle opere inedite di 13 artisti che, attraverso la presentazione di più lavori (ben 129), fossero in grado di dimostrare, con le proprie soluzioni espressive, il rinnovamento e la vitalità di questo genere artistico. Al contempo, il sottotitolo della rassegna, l’immagine delle immagini, desunto, come ci informa il curatore, da un’epigrafe dannunziana al Corpus Domini di Francesco Paolo Michetti: “E il Corpus Domini era per tutti noi, cercatori irrequieti di un’arte nuova, il Verbo dipinto: era nella nostra chiesa, l’immagine delle immagini”, suonava però come una domanda retorica rivolta al visitatore, se cioè tra quelle esposte, ce ne fosse una capace di rivestire il ruolo superlativo che la rappresentazione della processione realizzata dal Michetti aveva per il Cenacolo francavillese. Altresì, se oggi, sia attribuibile a una qualche opera d’arte il ruolo di supremazia assoluta come in altri momenti è stato possibile. Rimandando alla galleria delle immagini per le opere e i nomi degli artisti partecipanti che vi suggerisco di approfondire sui loro profili social o siti web, cercherò di evidenziare gli aspetti generali della rassegna, lasciando a ognuno di voi il giudizio su quanto presentato.
(Tempo di lettura5minuti)Giovanni Tavano, “Mondi Paralleli”, 2010-2020
Giovanni Tavano (Pescara-1954), presenta fino al 3 settembre, nella bella cornice del Museo Laboratorio ex Manifattura Tabacchi di Città Sant’Angelo (PE), Fotografie dal 1977 al 2020, una selezione del suo lavoro storico in b/n sviluppato tra la fine degli anni Settanta e quella degli anni Ottanta e di quello inedito a colori a cui si è dedicato dal 2012 al 2020, su cui mi concentrerò perché attinente al tema di questo blog. Per le tecniche, gli argomenti e i linguaggi impiegati, la mostra è un riassunto anche delle problematiche della fotografia che sono state dibattute in un Talk on photograpy svoltosi l’11 agosto nella stessa sede espositiva a cui hanno partecipato tra gli altri, oltre all’autore e al curatore Enzo De Leonibus, anche i critici Antonio Zimarino e Ivan D’Alberto, i docenti Marco Brandizzi e Franco Fiorillo e i fotografi Paolo Dell’Elce e Jacopo Pasqui.
(Tempo di lettura3minuti)Mostra SOStenibile- dal 1 al 17 luglio 2022 al Museo della Permanente
È stata inaugurata a Milano il 30 giugno scorso e resterà aperta fino al 17 luglio, la mostra SOStenibile Gli artisti della Permanente per l’Ambiente e la Sostenibilità, riservata ai soci della Società Per Le Belle Arti Ed Esposizione Permanente, con oltre centoquaranta opere, tra pittura, scultura, fotografia e installazioni. L’interesse di un’istituzione prestigiosa come la Permanente per i temi dell’ambiente e della sostenibilità dimostra ormai l’urgenza per una sempre più ampia parte di artisti di confrontarsi con i temi dell’utilizzo delle risorse naturali, del cambiamento climatico e delle minacce ambientali. Sulla Città Vegetale, presentiamo, da alcuni anni, gli esponenti che hanno fatto della tematica ambientale la loro cifra distintiva e un ampliamento di questa compagine non può che trovarci d’accordo, anche se, forse, il titolo della rassegna milanese dà per scontato che la sostenibilità sia la soluzione ai problemi che ci troviamo ad affrontare, limitando in un certo senso l’ambito espressivo degli artisti stessi che, piuttosto, avrebbero potuto essere incoraggiati a denunciare l’insostenibilità del percorso sui cui è avviata l’umanità, stimolando un atteggiamento più critico.
Quest’anno la Giornata degli Oceani, ricorrente l’8 giugno, si è svolta in concomitanza con la Biennale di Venezia e la Design Week di Milano ed è stata celebrata sia in queste manifestazioni sia in alcuni altri eventi collaterali. Al tempo stesso essa è stata l’occasione per fare il punto sull’oceano e il mare, che qui intendo come sinonimi, come luogo artistico e anche sullo spazio che essi hanno nella trattazione artistica ambientale. Pur essendo deputati alla produzione di ossigeno e di risorse alimentari essi continuano ad essere per noi umani luoghi inospitali, in cui non possiamo vivere e in cui non prevediamo di farlo nei prossimi decenni, mentre stiamo sviluppando il nostro viaggio su Marte, e che anzi sono divenuti minaccianti a causa del rischio dell’innalzamento del loro livello. D’altro canto, l’oceano, come dice la curatrice e storica dell’arte Chus Martinez (1972), è un luogo che racchiude storia e cultura e quindi abilitato ad essere oggetto artistico da vari punti di vista.
(Tempo di lettura4minuti)Silvia Camporesi – Domestica – Other Size Gallery installation view – ph. Nicola Gnesi
Dei periodi di chiusura associati alla pandemia si è detto molto sia dal punto di vista degli effetti sui cittadini che dal punto di vista di quelli sugli artisti. Per molte famiglie e in particolare per le donne è stato un periodo molto impegnativo, lavorare e vivere in uno spazio ristretto ha messo alla prova le relazioni personali, si è parlato di aumento della violenza domestica, ad esempio, ma ha anche dato spazio a nuove abitudini e tradizioni alimentari come fare il pane. Per gli artisti si è parlato di apatia, difficoltà, occasione di spunti, di riflessione. Silvia Camporesi (Forlì-1973) presenta ora alla Other Size Gallery, fino al 4 marzo, il suo lavoro Domestica in cui, attraverso le fotografie realizzate assieme alle sue due piccole bambine, ci propone un’antropologia della vita domestica.
Durante il lockdown uno degli aspetti certamente più sottolineati era il contrasto interno/esterno. Mentre noi esseri umani eravamo rinchiusi in casa, fuori la natura, vegetale e animale, si riprendeva i suoi spazi ma noi potevamo solo osservarla dall’interno o guardare le immagini che ci venivano riportate. Paradossalmente però, ma non tanto, in questo lavoro di Silvia Camporesi il giardino, di cui pure la casa è dotata, è quasi assente perché quello che è importante è ciò che accade in casa, nello spazio in cui si convive, lo spazio confinato. Qui c’erano una donna, madre-fotografa, due figlie bambine, forse non ancora in età scolare e un cane che hanno reinterpretato lo spazio domestico e creato la propria antropologia domestica.