Chiara Camoni chiama a raduno miti, storia e natura all’Hangar Bicocca di Milano

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Chiara Camoni – Sister, 2022 – Veduta dell’installazione, Pirelli HangarBicocca – Milano, 2024
Prodotta da Biennale Gherdëina – Courtesy l’artista; SpazioA, Pistoia e Pirelli HangarBicocca, Milano -Foto Agostino Osio

Non sono molti gli artisti italiani ospitati al Pirelli Hangar Bicocca dalla sua fondazione ad oggi e i loro nomi si contano sulle dita di due mani. Tra i moderni Lucio Fontana e Mario Merz e tra i contemporanei Maurizio Cattelan, Giorgio Andreotta Calò, Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi, Gian Maria Tosatti e l’italo-tedesca Rosa Barba. La mostra dedicata a Chiara Camoni (Piacenza, 1974), a cura di Lucia Aspesi e Fiammetta Griccioli in corso fino al 21/07/2024, pone quest’artista, ancora poco nota al grande pubblico italiano, al livello dei grandi nomi finora presentati all’Hangar.

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Sentieri d’Arte nei boschi di Cortina- intervista a Fulvio Chimento

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Baita Lerosa, ph. Matteo Schiavoni 2022

A dicembre 2023 la Casa degli artisti di Milano ha presentato i due volumi: Artemide’s / di Artemide + Lerosa Chronicles (Edizioni Quodlibet, 2023), che sono dedicati alla terza edizione di Sentieri d’Arte a Cortina, progetto ideato da Fulvio Chimento e Carlotta Minarelli. Il progetto artistico del 2022, I giardini di Artemide, è stato ispirato da alcune pagine scritte da Giovanni Cenacchi: scrittore, alpinista, conoscitore dei sentieri intorno a Cortina, e che, in Dolomiti cuore d’Europa (Hoepli, 2021), definisce il sentiero di Pian de Ra Spines come un luogo ideale per accogliere la dea Artemide, a causa della sinuosità delle rive del vicino torrente Boite e la ricca presenza di boschi. Lungo il sentiero di Pian de Ra Spines, infatti, è presente la maggior parte delle opere allestite per Sentieri d’arte.

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L’arte delle relazioni di cura ad Artissima 2023

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Samuel Norom – Once in a blue moon – 2023 – african wax print fabric – Credits Primo Marella Gallery

La trentesima edizione di Artissima si è chiusa con i numeri lusinghieri di 34.000 visitatori delle 181 gallerie che hanno portato all’attenzione del pubblico circa 1.500 opere. Il tema della rassegna, Relations of Care, era ispirato a un concetto sviluppato dall’antropologo brasiliano Renzo Taddei, Professore di Antropologia presso l’Universidade Federal de São Paulo in Brasile, un autore molto poco noto in Italia, dove non è stato tradotto alcun suo libro, dedicato a formulare un’ipotesi di superamento delle crisi del nostro tempo, prendendo ispirazione dal pensiero indigeno amazzonico e individuando la cura dell’ambiente e della natura circostante, come elementi fondamentali alla sopravvivenza. Non è stato facile riscontrare lo svolgimento del tema che in molti casi non è stato tenuto in alcuna considerazione. Al termine della visita però, riguardando foto e bigliettini, mi è sembrato emergesse che la sua trattazione fosse legata sì ai soggetti ma soprattutto ai materiali impiegati, per lo più sculture in metallo, resine, legno, tessuti e a poche opere pittoriche, come se questa tecnica fosse oggi meno immediatamente capace di realizzare la trattazione del tema.

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La ricerca urbano-vegetale di Maura Tacchinardi  

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Maura Tacchinardi – INCOLTO Rorschach, immagine digitale da ricamo, dimensioni variabili, 2023

Il lavoro di Maura Tacchinardi (Milano 1973) può essere definito inizialmente come realismo urbano-vegetale perché indissolubilmente legato alla città, alle sue periferie, alla vita delle persone che vi abitano, agli spazi di vegetazione che residuano, alle condizioni che rendono possibile vivere in un luogo facendone un’isola. La sua indagine di tipo sociale e antropologico, si fonda sulla convinzione che l’esperienza artistica debba consistere in un’attività trasformativa alchemica basata sulla relazione umana. Nel corso di quella ha accumulato testimonianze, relazioni, ricordi restituiti attraverso testi, fotografie, disegni, ricami, dipinti, che oggi evolvono nella messa a punto di un nuovo segno espressivo. 

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Il sogno alchemico affiora ancora nella lavorazione dei metalli della De Castelli  

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De Castelli-Biomorphic-PH Alberto Parise

Un lungo filo lega l’evoluzione dei metalli nella nostra storia, percorsa dal mito di Vulcano (Efesto per i Greci), dai bui laboratori dei fabbri, passando per quelli degli alchimisti, fino agli show room alla moda dei nostri giorni. È una storia che riguarda il loro colore e la loro forma, perché i processi di lavorazione abbracciano questi due aspetti. Anche gli artisti hanno contribuito allo sviluppo del loro impiego, sicuramente con le loro sculture o con le matrici grafiche ma anche immaginandone i volumi, le texture, i colori che essi potevano assumere. 

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