A Milano, nelle giornate del 5 e 6 Aprile, nel corso della manifestazione Bovisa Art District (BAD), l’Associazione Terrapreta (in portoghese Terra Scura) ha presentato allo spazio LUAR i risultati della sua attività di laboratorio sulla Foresta (o Bosco) della Goccia, il grande spazio che si estende alle spalle dei gasometri delle storiche officine del gas della Bovisa e che a seguito dell’abbandono di queste aree industriali si è man mano popolato di alberi e vegetali che costituiscono una grande area sperimentale sulle tecniche di bonifica di questo tipo di siti. Al tempo stesso, le modalità con cui i risultati sono stati rappresentati costituiscono una interessante unione tra pratica ambientale, attività scientifica e arte e un esempio interessante delle modalità con cui queste possono intrecciarsi e essere rese fruibili al pubblico, richiamando alla memoria artiste come Marzia Migliora, Barbara De Ponti, Margherita Morgantin e artisti come Eugenio Tibaldi e Roberto Ghezzi, solo per citare alcuni di cui abbiamo parlato sulla Città Vegetale.
Continua a leggereCategoria: tecnologia
Leonardo Ulian e la spiritualità dei microchip
Mentre la cosiddetta digital art sembra incontrare un favore crescente, anche se temo che gli NTF, Non Fungible Token in campo artistico, potrebbero rivelarsi un fenomeno bolla, ci sono artisti, come Leonardo Ulian (Gorizia, 1974), di cui si è appena conclusa la mostra Shapes of Worlds of Shapes alla galleria The flat di Massimo Carasi a Milano, che preferiscono navigare in direzione contraria, impiegando l’hardware, che pure è alla base del digitale, per realizzare la propria arte. Mettendo al primo piano l’artista e non la tecnologia, egli fa ricorso alle più piccole parti che compongono un computer: chip, transistor, diodi, creando mappe del mondo e dei suoi componenti nascosti, mettendo in evidenza la loro natura magica, alchemica, infantile da cui promana un messaggio filosofico, psicologico, spirituale che hanno attratto l’attenzione di alcuni grandi della tecnologia come OpenAI e Facebook e di collezionisti USA.
Continua a leggereL’amore di Raffaele Cornaggia per gli oggetti
In un bosco di sezioni di tronchi di alberi di grandi dimensioni, si aggirano una tigre con i denti a sciabola, un lupo nell’atto di ululare, un bambi pronto a fuggire al primo rumore sospetto. Animali realizzati con centinaia di parti di oggetti abbandonati e ritrovati nelle discariche o donati da persone desiderose di conservarne la memoria, avvitate tra loro a creare forme nel rispetto dei colori. Sono le opere di Raffaele Cornaggia (Cosio Valtellino, 1961) l’artista che ha creato Scraps World, il mondo dei rifiuti in cui animali e divinità mitiche realizzati con l’impiego di materiali scartati sono stati ambientati, per l’edizione del Fuori Salone 2021, nel punto vendita dei maestri italiani dell’artigianato del legno Bruno Spreafico, proprio a ricordarci il valore di questa risorsa e della natura di cui essa è manifestazione, messa a rischio dalla dispersione di manufatti abbandonati sulla terra ed ormai anche attorno ad essa.
Continua a leggereI riflessi contrastanti dell’organico e del tecnologico
Il percorso artistico di Mario Costantini (Penne, 1946) si articola da anni attorno ai concetti di organico e tecnologico, la coppia di opposti che sintetizza i gradi della natura umana e che diffonde la sua influenza sui destini del nostro pianeta. Concetti il cui significato, al di là dell’esatta definizione su cui la filosofia ha molto indagato, ci è ormai familiare e che intuiamo istintivamente. Essi accompagnano l’uomo fin dalla sua comparsa sulla Terra: il primo rappresenta la sua parte animale, il suo legame con l’ambiente naturale, la sua istintività; il secondo invece il suo bisogno di organizzare e classificare, la sua mania trasformativa, la costruzione di manufatti per realizzarne altri. Ad ognuno di essi facciamo corrispondere una discendenza e una forma: materna, tondeggiante e sinuosa quella del primo; paterna, aguzza e spigolosa quella del secondo. Aspetti presenti in ciascuno di noi ma che permeano anche il mondo, prevalendo di volta in volta l’uno sull’altro ma in realtà mischiandosi e ritrovandosi in ogni aspetto della nostra esistenza.
Continua a leggereLo sguardo di Margherita Morgantin per vedere nel “buio”
Margherita Morgantin (Venezia, 1971), artista visiva, laureata in architettura con una tesi in fisica tecnica sul comportamento della luce naturale e docente all’Accademia di Belle Arti di L’Aquila, è da sempre appassionata di scienza “perché il metodo scientifico mi ha sempre dato fiducia e sentivo che, per guardare più lontano, avevo bisogno di strumenti più affilati. Al tempo stesso il linguaggio scientifico ha un che di poetico e le formule scientifiche parlano degli scienziati ma anche di me”. Nel 2020 è risultata vincitrice della VIII° edizione del Premio Italian Council con il progetto V.I.P. (Violation of the Pauli exclusion principle) che si articola in una serie di eventi di vario tipo. Uno degli esiti consiste nel libro Sotto la montagna Sopra la montagna, edito da Nottetempo, ora in libreria, in cui si rappresentano i diversi luoghi di svolgimento del progetto e i temi affrontati. “Nel libro testo e grafica stanno in un forma di tensione e amicizia, nessuna immagine è completamente illustrativa ma dice altro”.
Continua a leggereNovacene: l’era dei Cyborg
È uscito da pochi giorni, in Italia, il libro di James Lovelock “Novacene. L’età dell’iperintelligenza”, pubblicato da Boringhieri. Lovelock è uno scienziato noto per aver teorizzato, nel 1973, la Terra come un unico sistema vivente, chiamato con il termine Gaia, ma anche per aver ideato tanti brevetti alla base dell’esplorazione dell’Universo. Negli anni ’70, realizzò un dispositivo per la ricerca di composti organici, inviato su Marte con le sonde Viking.
Secondo Lovelock, stiamo per entrare in una nuova era geologica, il Novacene. Per spiegare questa intuizione, ripercorre la storia di Gaia, descrivibile in tre fasi fondamentali, a partire dal ruolo del sole per lo sviluppo del sistema vivente.
Continua a leggerePer i musei è tempo di muoversi
Di tutti i futuri possibili quello che stiamo vivendo è certamente quello che avevamo immaginato meno. Temevamo il terrorismo islamico o l’invasione degli ultracorpi oppure speravamo di raggiungere Marte nei prossimi anni, ma non avevamo pensato che saremmo dovuti restare chiusi in casa, per difenderci da un nemico invisibile che può anche ucciderci.
Continua a leggereL’agricoltura non è più un soggetto per l’arte?
Alcuni mesi fa è stato chiesto alla Città Vegetale perché l’Arte Contemporanea, nelle sue varie e multiformi manifestazioni, non si occupi “dell’agricoltura moderna” nelle forme assunte a seguito della “Rivoluzione Verde”. Si tratta, infatti, di un settore economico fondamentale per la nostra esistenza, al quale è affidata la produzione dei beni alimentari ma anche la cura di gran parte del nostro territorio, con gli ovvi riflessi che essa ha su ambiente e clima.
È evidente che questa affermazione non è vera, piuttosto le modalità con cui avviene sono particolari e dipendono dalla diversa visione dell’agricoltura che si è affermata.
Continua a leggereAria e Fuoco. Aerocene o Pirocene?
Secondo i primi filosofi greci, terra, fuoco, acqua e aria erano i quattro elementi che, interagendo tra loro, avevano dato origine al mondo. A distanza di oltre duemila anni, questa intuizione mantiene ancora la sua attualità. I timori per l’ambiente, infatti, ruotano attorno allo stato di conservazione di questi quattro elementi o alle conseguenze di un loro uso dissennato. Su questi argomenti può accadere però che arte e scienza abbiano visioni opposte, come quando, ad esempio si parla di aria e fuoco, ovvero di Aerocene e Pirocene, le nuove Ere a loro collegate, in cui si troverebbe la Terra.
Continua a leggereNature a confronto
L’Orto Botanico di Padova, primo orto botanico al mondo, istituito nel 1545, patrimonio dell’Unesco e luogo di enorme pace e bellezza ospita, fino al 6 gennaio 2020, l’esposizione “Seconda Natura” dell’artista italiano Quayola (1982).
Continua a leggere