Quest’estate Roberto Ghezzi (Cortona, 1978) ha trascorso un lungo periodo in Groenlandia, presso la RED House di Tasiilaq creata da Roberto Peroni, situata sulla costa orientale dell’isola, per la realizzazione della prima fase del Greenland Project dedicato alla rappresentazione e misurazione del fenomeno dello scioglimento dei ghiacci in cui si è avvalso della collaborazione della cartiera Enrico Magnani Pescia, che ha messo a disposizione le carte fotosensibilizzate e della consulenza scientifica dell’Istituto delle Scienze Polari del CNR per l’analisi dei risultati. Nel 2023 questi saranno esposti al Museo della Carta di Pescia e alla galleria Gilda Contemporary Art di Milano, accompagnati da foto, schizzi e acquerelli dell’ambiente di ricerca e appunti di viaggio. Con la sua ricerca Ghezzi si iscrive tra quegli artisti che vedono uno stretto rapporto tra fenomeni naturali, indagini scientifiche e raffigurazione artistica.
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Underland: il viaggio di Robert Macfarlane nel mondo di sotto
Ricordate The Core, il film di fantascienza di Jon Amiel del 2003? Una serie di strani fenomeni, l’improvvisa morte di persone portatrici di pacemaker o la perdita dell’orientamento di gruppi di piccioni che vanno a schiantarsi contro gli edifici, viene attribuita al collasso del campo elettromagnetico terrestre causato dalla mancata rotazione del suo nucleo esterno. Per rimetterlo in movimento viene allestita una speciale “nave” chiamata “Virgil” che, grazie a un potente laser, è capace di penetrare nel sottosuolo, perforando e sciogliendo la roccia. Il suo compito sarà quello di giungere fino al nucleo e farlo ripartire con l’esplosione delle bombe termonucleari di cui è armata. Superando una serie di imprevisti e grazie al sacrificio di parte dell’equipaggio, l’operazione andrà a buon fine e il mondo sarà salvo.
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