Arte, natura e paesaggio

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Claude Monet – Impressione-Sole all’alba- 1872

Il presente testo è la sintesi della relazione da me presentata al Master sulla bellezza organizzato dall’Istituto Uomo e Ambiente il 26 novembre scorso.

Nel rapporto tra arte, natura e paesaggio, l’Ottocento, il diciannovesimo secolo, rappresenta uno snodo fondamentale. Un secolo che inizia dalle conseguenze della Rivoluzione francese, con guerre combattute da armate a piedi e a cavallo e che vedrà, soprattutto nella seconda metà una vera e propria rivoluzione tecnologica, sociale e artistica con una nuova visione della natura e del paesaggio che ha le sue propaggini ancora ai nostri giorni. Gli sviluppi della chimica, della fisica, dei trasporti, delle comunicazioni, della fotografia e gli eventi in cui saranno rappresentati, le esposizioni universali, avranno conseguenze enormi sulla percezione della realtà e sulle sensazioni umane.

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Perché continuare a dipingere fiori? L’artista Pep Marchegiani risponde con le sue opere

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Pep Marchegiani -Epicentre – 2019

La casa dei miei genitori era in una via dedicata al pittore Mario de’ Fiori, pseudonimo di Mario Nuzzi (1603-1673), un artista divenuto famoso per la sua abilità nel dipingere i fiori che, essendo figlio di un floricultore, ebbe  modo di osservare nelle serre paterne e disegnare fin dall’infanzia. Visse e lavorò principalmente a Roma e poi in Toscana dove svolse importanti incarichi per i Barberini e per altre famiglie nobiliari e poi per la collezione di nature morte dei De’ Medici. Il suo nuovo nome comparve per la prima volta nel certificato del suo secondo matrimonio dove appare come” Marius, Pictor Romanus, vulgo Mario de’ Fiori”. Ottenne numerosi riconoscimenti e può essere ritenuto il maestro di generazioni di pittori “fioranti”, italiani e stranieri.

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