La struttura circolare della realtà nel Microbiota di Elisa Cella


(Tempo di lettura 4 minuti)
Elisa Cella, 22-C33, 2022 (Leishmania), ferro tagliato al laser e verniciato, cm 75×120

Elisa Cella (Genova 1974) presenta alla Galleria Villa Contemporanea di Monza, fino al 3 dicembre, Microbiota – Un ampliamento dell’esperienza sensoriale. Con il termine Microbiota si intende l’insieme dei microrganismi; batteri, funghi, virus, protozoi, che colonizzano un determinato ambiente e che sono responsabili sia di processi patogeni sia di quelli necessari alla sopravvivenza della vita sul nostro pianeta contribuendo ai cicli naturali di vita e morte. Le opere sono nate a partire dalla riflessione sull’esperienza Covid, in cui l’approfondimento delle cause dell’epidemia ha portato all’osservazione del mondo microscopico e dell’estrema originalità e bellezza di questi esseri che costituiscono una popolazione ben più ampia di quella umana, animale e vegetale di tipo macroscopico, anche se invisibile ai nostri occhi. Elisa Cella, artista di formazione matematica, da sempre affascinata di scienza e di biologia cellulare, porta avanti in direzione di questo nuovo ambito della vita reale la sua personale ricerca artistica basata sull’uso di forme circolari, attraverso cui corpi umani, sensazioni e ora mondo microscopico, sono reinterpretati.

Le circonferenze di dimensione variabile di cui si serve Elisa Cella in un alternarsi di vuoti e pieni formano effetti percettivi singolari per la nostra vista. Il cerchio le si presenta casualmente all’inizio della sua esperienza artistica, come gesto istintivo con cui trasferisce il proprio stato d’animo su un supporto esterno, per poi divenire mezzo espressivo delle ricerche che porterà avanti: BioAstractions, dedicata al corpo umano e vegetale e Sensorial Topology, in cui viene data rappresentazione fisica ad un’emozione attraverso parti del corpo . I lavori, inizialmente, sono realizzati con inchiostro su carta ma il bisogno dei colori sarà il motivo per il passaggio alla pittura con fondi acrilici e cerchi ad olio, anche nel caso di bianco su bianco in cui il colore ad olio è distribuito in modo da creare un rilievo. L’evoluzione verso il metallo avviene in modo casuale quando, per rispondere, con poco tempo a disposizione, alla richiesta di partecipare ad una collettiva, compose una figura a terra per mezzo di rondelle di differente dimensione che però potevano muoversi per vari motivi, distruggendo l’effetto visivo che volevano creare. Per rendere stabile la forma si orienta, in un primo tempo, verso una scultura ottenuta con tubi di metallo tagliati in lunghezze diverse e poi verniciati ma che avevano il limite di un peso notevole. Il passaggio successivo è stata la lastra tagliata al laser e poi verniciata, a partire da un disegno fatto a mano e poi trasferito sul computer dove, con l’aiuto di un programma di grafica, le forme possono essere ripetute e completate. L’immagine definitiva viene trasmessa all’artigiano dove può subire delle modifiche per le esigenze tecniche del taglio o essere scomposta in elementi più semplici per motivi tecnici o di montaggio negli spazi espositivi.

  • Elisa Cella, 22-C36, 2022 (Licmophora Flabellata, ferro tagliato al laser e verniciato, cm 100x180
  • Elisa Cella, 22-C38, 2022 (Lyrella Lyra), ferro tagliato al laser e verniciato, cm 85x170
  • Elisa Cella, 22-C31, 2022 (Helicobacter Pylori), ferro tagliato al laser e verniciato, cm 70x60 ,
  • Elisa Cella,, 22-C31, 2022 (Helicobacter Pylori), ferro tagliato al laser e verniciato, cm 70x60

Al di là dei mezzi impiegati ciò che permane sono le forme circolari impiegate da Elisa Cella che costituiscono la vera originalità della sua ricerca, perché elevate quasi a trama e struttura della realtà che, nonostante nel nostro mondo antropico siano state progressivamente sostituite con il più semplice ed efficiente angolo retto, resistono e riemergono in modo casuale o voluto nella nostra esperienza (per chi volesse approfondire consiglio la lettura di questo articolo di Luca Traini). Non solo la forma circolare viene impiegata quando si vuole disegnare qualcosa che non si sa come è fatta o di cui non è importante la forma perché essa è molto semplice da tracciare ma anche perché essa è la prima che noi memorizziamo, occhi e viso dei genitori o aureola del seno materno. Il cerchio ci affascina perché esso ha un centro e perché intuiamo quella relazione costante che esiste tra il raggio o il diametro e il perimetro della circonferenza. Nel corso dell’evoluzione umana la forma circolare e aggiungiamo sferica, ha dovuto confrontarsi man mano con quella squadrata degli oggetti che sono stati man mano realizzati dall’uomo ed è però rispuntata fuori periodicamente anche se poi continuamente soffocata e nascosta. Accanto all’osservazione della luna che è apparsa anche in mancanza di strumenti di osservazione tonda, nell’evoluzione umana si sono succeduti altri oggetti. Il disco di Festos della scrittura minoica opposto alla stele di Rosetta della scrittura egizia, i papiri cilindrici soppiantati dalle tavolette di cera. Ma le forme sferiche hanno continuato a ripresentarsi nell’opera di poeti, pittori e scienziati, come le sfere celesti del Paradiso di Dante Alighieri, le cupole delle cattedrali rinascimentali, i tondi pittorici di Botticelli, Lippi, Michelangelo e i bassorilievi di Luca della Robbia o lo specchio che compare del dipinto dei coniugi Arnolfini di Van Eyck, i globi geografici e poi il puntinismo, gli atomi e le particelle subatomiche, i globuli bianchi e rossi, e infine i pixel dei nostri schermi e delle immagini che riprendiamo che possiamo immaginare circolari. La natura non ha forme facilmente misurabili e la geometria euclidea e il calcolo infinitesimale hanno cercato di renderla calcolabile ma poi la teoria dei frattali di Mandelbrot ha reso tutto più difficile, facendoci rendere conto che alcune lunghezze sono infinite.

La mostra di Elisa Cella è pertanto un ampliamento dell’esperienza sensoriale ma non solo nel senso della percezione del mondo microbico ma piuttosto per qualcosa che è ancora più profondo e che si riferisce alla struttura del mondo al di là della bellezza delle forme che ha voluto rappresentare e in cui ha voluto immergerci e di cui sarebbero possibili ulteriori sviluppi perché questi esseri si mescolano, si attaccano, di inglobano, di distruggono e non dovrebbe esservi soluzione di continuità tra una forma e l’altra perché esse sono immerse in un fluido, un mezzo attraverso cui di spostano.

Per concludere Elisa Cella mi racconta che spesso le chiedono quando finirà di disegnare cerchi e cosa disegnerà dopo di essi, come se si trattasse di un passatempo temporaneo. Probabilmente dovrà esserci un cambiamento nella sua visione della struttura del mondo perché a una forma se ne sostituisca un’altra. Nel frattempo, continuiamo ad ampliare la nostra esperienza sensoriale.

The circular structure of reality in the Microbiota by Elisa Cella

Elisa Cella (Genoa 1974) presents Microbiota- An extension of the sensory experience at the Galleria Villa Contemporanea in Monza, until 3 December. The term Microbiota means the set of microorganisms; bacteria, fungi, viruses, protozoa, which colonize a given environment and are responsible for both pathogenic processes and those necessary for the survival of life on our planet contributing to the natural cycles of life and death. Elisa Cella, artist of mathematical training, always fascinated by science and cell biology, carries out in the direction of this new field of real life her personal artistic research based on the use of circular forms, through which human bodies, sensations and now the microscopic world, are reinterpreted.


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