Sensibilizzare con la bellezza: le diatomee del progetto Rewild di The Curators Milan


(Tempo di lettura 4 minuti)
Rewild prologue: Diatoms in the multivers – Foto Opera Olografica 2 by The Curators Milan

Quale è il modo migliore per sensibilizzare la popolazione e le sue fasce più giovani al tema dei cambiamenti climatici? Alcuni artisti hanno scelto di ricercare nella bellezza dell’ultra-piccolo il modo per creare curiosità e interesse negli osservatori. È il caso del primo appuntamento del ciclo Rewild, Rewild prologue: Diatoms in the multivers, in corso fino al 21 marzo alla Galleria Il Vicolo di Milano e che si snoderà per tutto il 2021 attraverso sei eventi: due dedicati all’acqua (di cui questo è il primo), due alla Terra e uno rispettivamente all’uomo e al futuro. In questo prologo, la scultura Dardo di Ludovico Bomben dialoga con l’ologramma di una diatomea, mettendo in contrasto la fisicità di una lunga freccia in equilibrio su una punta verticale, con la visualizzazione artistica di un essere microscopico di enorme fascino e importanza.

Il progetto Rewild è stato concepito durante il primo blocco causato dalla pandemia nel corso del 2020, dal gruppo creativo The Curators Milan, formato da: Frankie Caradonna, Stefano Gagliardi, Lucia Emanuela Curzi, Tomaso Cariboni e Dario Spinelli, con l’intento di stimolare la riflessione sulle problematiche dell’ambiente e sugli elementi che consentono la vita sulla Terra a partire dal cambiamento degli elementi microscopici che la compongono, al di là dell’apparente continuità della natura. Il nome dell’iniziativa si ispira al movimento Rewilding, nato negli anni Novanta del secolo scorso, che propugna il ritorno a stili di vita ancestrali e vuole favorire un cambiamento dell’ambiente naturale verso uno stato più selvatico, mediante la protezione e il reinserimento di specie vegetali e animali in ambienti originari antropizzati, per favorire l’aumento della biodiversità.

Simbolo del mondo microscopico che rende possibile il ciclo vitale sono le diatomee, alghe monocellulari comparse nel Cretaceo inferiore, grandi millesimi di millimetro, tanto che in un cucchiaino da caffè possono starcene venticinque milioni, che popolano gli strati superficiali delle acque dolci e salate. Esse possiedono capacità fotosintetiche per cui, grazie all’azione del sole, imprigionano anidride carbonica e liberano circa un quarto dell’ossigeno disponibile su tutta la Terra. Dotate di una corazza di silice, che le fa sembrare simili a delle scatoline, sono parte del plancton e quindi alimento della fauna marina, svolgendo un ruolo fondamentale anche per l’alimentazione umana. Quando muoiono si depositano sul fondo del mare dove si trasformano in energia fossile. L’aumento dell’acidificazione degli oceani renderebbe attaccabile la struttura silicea interrompendo il loro ciclo virtuoso anche se il fenomeno non è ancora del tutto chiaro.

La loro scoperta è stata resa possibile grazie allo sviluppo degli strumenti di osservazione del mondo microscopico. Ne sono state descritte settantamila specie e la loro classificazione è stata dovuta in gran parte allo scienziato, medico, naturalista ed esploratore tedesco Christian Gottfried Ehrenberg (1795-1876). Charles Darwin (1809-1882) fece la loro conoscenza nel corso del suo lungo viaggio sulla Beagle, quando al largo delle isole di Capo Verde, notò che il ponte della nave era coperto da una polvere fine che conteneva grandi quantità di diatomee trasportate dal vento Harmattan, che dall’Africa può spingere le sue polveri piene di fossili fino al bacino amazzonico. Anche uno scienziato italiano, Francesco Castracane degli Antelminelli (1817-1899), studiò a lungo le diatomee, ne classificò centinaia e studiò il loro ruolo sia nella catena alimentare che nella formazione degli strati fossili della Terra.

L’ologramma che viene proiettato nello spazio della Galleria Il Vicolo presenta le immagini elaborate graficamente di tre diatomee, un cuore e un teschio, che si susseguono trasformandosi le une negli altri. La proiezione è realizzata grazie allo stratagemma del Fantasma di Pepper, una tecnica teatrale che consentiva di poter proiettare su una lastra di vetro posta sul palco, delle scene che si stavano svolgendo in uno spazio non visibile, posto a una certa distanza. Il sottofondo musicale, creato da Luca Morelli e Andrea Costantini, è composto da suoni naturali, ritmati come delle pulsazioni.

L’installazione è completata dall’opera Dardo di Ludovico Bomben (Pordenone-1982). Bomben, dopo aver studiato a lungo il rapporto tra materiali, forme e linguaggi, è approdato a verificare tali relazioni tra le dimensioni dei simboli del sacro. Dardo, che si colloca perfettamente all’interno della sua ricerca, nelle sue due parti di cui si compone, l’asta orizzontale e il perno verticale su cui essa è appoggiata in perfetto equilibrio, grazie a un perfetto studio delle proporzioni auree, non possiede alcuna bellicosità ma anzi, essa è “un’arma disarmata”, un puro simbolo di equilibrio, “una struttura ai limiti della fisicità” che “è materializzazione di una forza invisibile” che occupa lo spazio, creando una “tensione palpabile”.

La sensazione che l’osservatore prova è di una grande sacralità che invita al raccoglimento. Nella luminosità smorzata della stanza, accompagnata dal respiro pneumatico e dai sussurri corali del sonoro, la fisicità del Dardo di Bomben e le forme evanescenti delle diatomee che si riflettono sulle pareti appaiono essere simboli ultimi e primordiali della nostra esistenza. Un insieme di grande effetto scenico che invita alla riflessione sui delicati equilibri su cui si regge la nostra vita.

  • Rewild prologue: Diatoms in the multivers - Foto Opera Olografica 2 by The Curators Milan
  • Rewild prologue: Diatoms in the multivers - Foto Opera Olografica 4 by The Curators Milan
  • Rewild prologue: Diatoms in the multivers - Opera Olografica by The Curators Milan - Photo 5 by Marco Mazza
  • Rewild prologue: Diatoms in the multivers - Opera Olografica by The Curators Milan - Photo 2 by Marco Mazza
  • Rewild prologue: Diatoms in the multivers - Opera Scultorea Dardo_by_Ludovico Bomben- Photo 02 by Marco Mazza
  • Rewild prologue: Diatoms in the multivers - Foto Opera Olografica 1 by The Curators Milan
  • Rewild prologue: Diatoms in the multivers - Foto Opera Olografica 3 by The Curators Milan

Abstract

Raising awareness with beauty: the diatoms of the project Rewild by The Curators-Milan

What is the best way to raise awareness of climate change? Some artists have chosen to research the beauty of the ultra-small way to create curiosity and interest in the observers. In the first round of the cycle Rewild, Rewild prologue: Diatoms in the multivers, ongoing until March 21 at the Galleria Il Vicolo in Milano and that will unfold throughout 2021 through six events, the group The curators-Milan presents an installation that symbolizes the delicate balances on which our existence is based, putting diatoms at its center.


2 pensieri riguardo “Sensibilizzare con la bellezza: le diatomee del progetto Rewild di The Curators Milan”

  1. Molto interessante, grazie Fabrizio per questo articolo. Conosco la galleria e andrò certamente a vedere.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *