A Ngaren, il Museo dell’Umanità, l’arte avrà un ruolo fondamentale.


(Tempo di lettura 4 minuti)
Ngaren Masterplan-Artist’s impression of the Orientation hall at Ngaren By Davide Bonadonna

La Città Vegetale si era occupata di Ngaren (L’inizio), il Museo dell’Umanità ideato dal paleoantropologo Richard Leakey, all’inizio di ottobre dello scorso anno. Torniamo sull’argomento perché è stato ultimato e diffuso il masterplan finale del progetto che delinea la fisionomia e il cronoprogramma dell’iniziativa. Il museo sorgerà nei pressi di Nairobi, capitale del Kenya, dove Leakey ha condotto le sue ricerche sull’origine della vita, nel corso delle quali, nel 1984, nei pressi del lago Turkana, era stato ritrovato lo scheletro completo di un ominide morto a 10 anni e risalente a 1,6 milioni di anni fa, denominato poi Ragazzo di Turkana. La realizzazione del museo, con una superficie di circa diecimila metri quadri, richiederà cinque anni (l’apertura è prevista per il novembre del 2026) con un investimento di cento milioni di dollari. A regime i visitatori dovrebbero essere un milione l’anno. Ngaren ambisce ad essere non solo il principale e più innovativo museo del continente africano ma anche a rappresentare al tempo stesso un primo esempio di museo del futuro. Di questo ho parlato con Federica Crivellaro, paleoantropologa e consulente del progetto per lo sviluppo dei contenuti e delle esposizioni.

La prima questione che ho affrontato con lei è che leggendo il documento potrebbe nascere la sensazione che il Museo sarà incentrato sull’uomo escludendo gli altri ambiti della natura, i mondi degli animali e dei vegetali. La sua risposta è stata molto netta: “non sarà un museo sull’uomo ma sul posto dell’uomo nella natura. Un museo sulla vita per sfatare il mito della superiorità dell’uomo”. Il percorso delineato, che consentirà di osservare lo sviluppo della vita nei luoghi in cui è nata, mostrerà che i nostri antenati, in un certo senso, non sono solo gli altri esseri umani che ci hanno preceduto ma tutti gli esseri viventi che hanno portato a ciò che siamo diventati ed è divenuto il mondo in tutte le sue componenti, grazie alla realizzazione di condizioni particolari. Parlando dei dinosauri, è importante comprendere non solo che la loro presenza sul pianeta è durata per milioni di anni ma che è stata la loro estinzione a creare le condizioni per lo sviluppo dei mammiferi e quindi anche del genere umano.

Il museo sarà articolato immaginando un viaggio nell’evoluzione della vita. All’inizio un Planetario presenterà il quadro d’assieme e preparerà il visitatore agli step successivi. Nella Orientation Hall si potrà osservare da una parete vetrata la Great Rift Valley dove molti eventi dell’evoluzione si sono verificati e i visitatori potranno uscire all’esterno e ottenere informazioni scientifiche su questo territorio. Cinque Research Room saranno le vere e proprie gallerie museali dedicate rispettivamente: ai primi organismi viventi; ai dinosauri africani; ai primi mammiferi (balene) e all’evoluzione dei primati; al ragazzo di Turkana; alle caratteristiche che uniscono e differenziano gli umani. Nella successiva Evolutionary game room si mostrerà l’interdipendenza tra tutte le parti della natura.

  • Ngaren Masterplan-Artist's impression of the encounter with Turkana boy by Davide Bonadonna
  • Ngaren Masterplan-Artist's impression of the Spinosaurus Hall at Ngaren By Davide Bonadonna
  • Ngaren Masterplan-Artist's impression of Turkana boy by Davide Bonadonna
  • Ngaren Masterplan-Artist's impression of the Orientation hall at Ngaren By Davide Bonadonna

Per il gruppo di lavoro di Ngaren è chiaro che solo i fatti scientificamente accertati dovranno costituire l’ossatura dei contenuti e degli accadimenti che saranno narrati ma esiste la consapevolezza che essi dovranno essere trasformati in concetti facilmente comprensibili. Ciò richiederà lo sviluppo di una narrazione scientifica (science storytelling), che restando corretta e adeguata sia strutturata in modo da poter raggiungere il maggior numero di persone toccando l’emotività ma senza perdere l’aderenza con i fatti. Per questo motivo è stata stabilita una collaborazione con Weta, l’azienda digitale che ha creato gli effetti speciali di film e serie di grande successo come Avatar, Games of Thrones, Avengers, Lo Hobbit, Il Signore degli Anelli, con cui ha vinto numerosi Oscar e Bafta e che si occuperà della realizzazione delle animazioni che formeranno il percorso museale facendo vivere delle esperienze immersive.

Ma oltre ai contenuti digitali una disciplina artistica molto più tradizionale, quella dell’illustrazione, contribuirà a far percepire ai visitatori, ciò che non è più visibile o che non lo è ancora o forse non lo sarà mai, come i nostri antenati e il loro mondo. Per questa Ngaren si è rivolta all’italiano Davide Bonadonna, un paleoillustratore, che attraverso lo studio dei fossili si dedica a rappresentare il mondo della preistoria e a cui è stato il compito di dare vita al Ragazzo di Turkana, alla rappresentazione artistica del Planetarium, della Orientation Hall, della Spinosaurus Hall ed altre. Bonadonna, che qui potete ascoltare in un TEDxTalks, per rappresentare i suoi soggetti deve affrontare tutti i normali problemi di equilibrio di una scena oltre a dover rispondere alle indicazioni dei paleontologi e geologi che devono rendere visibile il mondo passato ed aggiornarlo alle ultime scoperte. Nel suo lavoro oltre alle matite utilizza Photoshop e i nuovi software di modellazione digitale tridimensionale per realizzare le sue figure.

Tra le rappresentazioni e le animazioni che saranno ottenute con le nuove tecnologie, un ruolo particolare spetta al Ragazzo di Turkana, destinato a divenire nelle ambizioni degli ideatori, la Monna Lisa di Ngaren, ambasciatore del museo nel mondo e che sarà presente in tutta la comunicazione.

Ngaren rappresenta una grande scommessa. La realizzazione del principale e più innovativo museo di storia umana e naturale dell’Africa potrà fungere da catalizzatore di consapevolezza del ruolo di questo continente non solo nell’evoluzione umana ma anche nel futuro del mondo.

Astract

The final masterplan of Ngaren, the Museum of Humanity created by the paleoanthropologist Richard Leakey, has been completed and distributed, outlining the physiognomy and the time schedule of the initiative. The museum will be located near Nairobi, the capital of Kenya, where Leakey conducted his research on the origin of life. The museum, with an area of about ten thousand square meters, will take five years (the opening is scheduled for November 2026), with an investment of one hundred million dollars. At full capacity visitors should be one million a year. For the success of the museum a fundamental role is entrusted to art, to the ability to represent beings and environments of our past and to the modern technologies of immersive animation


2 pensieri riguardo “A Ngaren, il Museo dell’Umanità, l’arte avrà un ruolo fondamentale.”

  1. Sono stata un architetto amante dei viaggi. Ho promesso a mio nipote che lo avrei accompagnato a visitare Ngaren “Museo dell’umanità “. Stiamo aspettando con impazienza…ho 80 anni.
    Nonna Marina e Cristoforo

    1. Gentilissimi Marina e Cristoforo, non appena ho ricevuto il suo commento ho girato la domanda alla consulente del progetto, la quale però, ad oggi non mi ha fatto ancora una risposta, nonostante sia tornato ad insistere più volte. Certamente con la morte del suo ideatore, il noto paleoantropologo Sir Richard Leakey, a gennaio del 2022, è probabile che il progetto abbia subito una battuta d’arresto. Mi dispiace di non poter essere più preciso.

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