Cancellazione – Accadimento – Tensione: i tre elementi della pittura di Lorenzo Di Lucido


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Lorenzo Di Lucido, Senza titolo, 150 x 200 cm, olio su tela, Courtesy l’artista

Nei locali di un’ex autofficina, situata in una delle periferie milanesi in sempre più rapido cambiamento, ho incontrato l’artista Lorenzo Di Lucido (Penne – PE – 1983) che, convinto dal grande lucernario che vi riversa la tanta luce necessaria ai suoi quadri che la bevono e la restituiscono, l’ha trasformata, assieme ad altri colleghi, nel suo studio. Egli, infatti, dipinge esclusivamente nelle ore diurne, ponendo la tela sul pavimento e affacciandosi sopra di essa in modo da stendere il colore con pennelli e rulli, man mano che esso si modifica e prende forma, in base all’effetto della luce. Le sue tele monocrome, basate principalmente sull’impiego del verde, che non stanca e può assumere tonalità potenzialmente infinite, sono il risultato della sua ricerca sulle nuove vie che la pittura può intraprendere ripartendo dai suoi elementi fondanti che Di Lucido individua nei tre concetti di: cancellazione, accadimento, tensione.

Il gesto pittorico è in primo luogo cancellazione, sia in senso fisico, fin dall’imprimitura della tela per preparare il fondo o nel riutilizzo di supporti o nella correzione di quanto fatto come emerge spesso dall’analisi dei grandi artisti del passato ma poi, idealmente, anche di tutto ciò che è stato dipinto fino a quel momento, perché secondo il Nostro, ogni quadro ne ha mangiati molti altri e a sua volta verrà mangiato da quelli che lo seguiranno, perché ogni lavoro pittorico prepara il successivo, come recita anche il titolo di un suo lavoro. Del resto, considera: “la nostra è un’epoca in cui le immagini cancellate e sepolte – warburghianamente aggiungerei – tornano in vita.

Per Di Lucido la pittura prima di essere rappresentazione di qualcosa, è qualcosa in sé, accadimento del gesto sulla superficie che si ferma solo nel momento in cui il lavoro dell’artista crea una certa tensione tra superficie – luce – colore, e prende forma. Il concetto di accadimento che impiega per indicare il processo e l’esito del lavoro artistico, possiede sia una caratteristica di esplicitazione della volontà di chi opera, sia una natura non completamente determinabile, in quanto risultato di una serie di fattori non del tutto razionali e prevedibili, come la somma degli accadimenti che si sono succeduti fino a quel momento ed ha quindi un valore epifanico, cioè di rivelazione. Ciò che a un certo punto accade, prende luogo, si manifesta nella tensione, che possiamo intendere sia nel suo significato fisico dello stato derivante dall’applicazione di una o più forze di trazione ma anche psicologico di stato di eccitazione, designa quindi un certo equilibrio tra le sue componenti elementari. Per assurdo afferma “un quadro potrebbe essere dipinto senza che sia accaduta la pittura” mentre, proprio per la natura dell’accadimento legato allo stato di tensione, un quadro vive sempre in uno stato di precarietà dovuto al processo creativo e alla percezione mutevole che abbiamo delle cose del mondo e quindi potrebbe essere ripreso e ritoccato, perché ogni quadro fornisce una risposta e solleva nuovi interrogativi.

  • Lorenzo Di Lucido, Diteggiare. 150 x 100 cm, olio su tela, Courtesy l'artista

La sua riflessione prende spunto da un evento casuale. Dopo essersi all’Istituto D’Arte Mario dei Fiori di Penne nel 2001 con indirizzo in oreficeria, si laurea in pittura all’Accademia delle Belle Arti di Bologna dove è allievo di Massimo Pulini. Nei primi anni dipinge paesaggi e ritratti fino a quando, proprio mentre prepara un lavoro per una mostra, i colori sul quadro si mescolano senza correggerli ed è quindi la pittura stessa a suggerirgli un’analisi sui suoi fondamenti. Anche se potrebbero apparire tali, le sue opere non sono astratte. Esse partono da schizzi che fa quotidianamente su dei taccuini e che riporta poi rapidamente sulla tela su cui fa scorrere lentamente il pennello, in modo che gli strati di colore e l’effetto della luce realizzino la forma, che poi conclude rapidamente quando la tensione sulla superficie è giunta al suo punto di equilibrio, facendo in modo che i suoi lavori siano fatti per l’occhio ma anche per la mano e possano essere percepiti anche da un non vedente, in modo da sentirne la forma. I suoi monocromi non consistono pertanto in un’unica tonalità di colore stesa velo dopo velo con lo stesso spessore e nello stesso verso ma in una stesura differenziata nei vari modi in cui la superficie è percorribile, ora interrompendosi, ora proseguendo, ora insistendo su alcune aree, ora facendo muovere il pennello in modo da ricavare accumuli e scarichi di materia. In tal modo la luce fa apparire punteggiature e ricami ed effetti di nuove luminosità che compongono paesaggi come in Diteggiare o Maggese, oppure lasciano spaziare la mente come in Ocretto, o sono raffigurazione del rimuginare attorno a un tema come in Rumine. Anche i titoli non si limitano ad una semplice numerazione delle opere ma sono invece parti dei ragionamenti che fa a voce alta, mentre lavora.

Come “un contadino nel suo campo” Di Lucido ragiona attorno ai fondamentali dell’arte pittorica, dipingendo per vedere ciò che piace a lui in un atteggiamento che definiremmo distaccato da ciò che potrebbe distrarlo ma ossessivo sui suoi contenuti, che non si propone interventi sociali né denunce ambientali perché dice “trasformare può essere una forzatura”. In una visione intimista la sua battaglia si svolge non attorno alla tela, come recitava il titolo di una mostra di Gianni Emilio Simonetti, Rapporto attorno ad una tela assediata, ma dentro al quadro per le ferite che l’artista e gli artisti gli hanno inferto nel tempo, perché la “pittura è un territorio ferito che ti permette di far violenza su qualcosa senza uccidere nessuno e di toccare aspetti che non riesci ad affrontare in altro modo”.

  • Lorenzo Di Lucido, Falena notturna, 2021, olio su tela, 150x100, Courtesy l’artista e Boccanera Gallery TrentoMilano

In questi giorni, Lorenzo Di Lucido è in mostra alla Boccanera Gallery di Milano, fino all’11 marzo, nella rassegna curata dall’artista Linda Carrara, pittrice di cui ho già parlato il 23 febbraio 2022, nell’articolo Linda Carrara all’osmosi tra natura morta e paesaggio, che ha voluto riunire una serie di colleghi dotati di analoga sensibilità attorno al tema Se il paesaggio è simbolico, con due opere: Un quadro a cui segue di norma un altro quadro del 2020 e Falena notturna del 2021, che mi sembra, soprattutto il secondo, ben riassumano il suo progetto e la tecnica di lavoro.

Cancellation – Occurrence – Tension: the three elements of Lorenzo Di Lucido’s painting

In the premises of a former garage, located in one of the increasingly rapidly changing suburbs of Milan, I met the artist Lorenzo Di Lucido (Penne – PE -1983) who, convinced by the large skylight that sheds the much-needed light on his paintings that drink it and return it, has transformed it, together with other colleagues, into his study. In fact, he paints exclusively during the day, placing the canvas on the floor and looking over it to spread the color with brushes and rollers, as it changes and takes shape, according to the effect of light. His monochrome canvases, based mainly on the use of green, which does not tire and can take on potentially infinite shades, are the result of his research on the new ways that painting can take by starting from its founding elements that Di Lucido identifies in the three concepts of: cancellation, occurrence, tension.


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