Transumanza e Trasumanar


(Tempo di lettura 3 minuti)
Alfonso Rossetti – Sulmona 1867-1935 – Covoni lungo il tratturo – Olio su tavola – 30×50 – Sulmona – Collezione privata

Il pittore Alfonso Rossetti (Sulmona, 1867-1935), mio nonno materno, sarebbe stato felice di apprendere che la Transumanza è stata ammessa dall’UNESCO tra i beni considerati Patrimonio Universale dell’Umanità. Il Tratturo (il percorso tracciato e seguito dai greggi) Celano – Foggia, uno dei più importanti, che lui aveva dipinto più volte, passava molto vicino a Sulmona, dove, ancora adesso, c’è una via denominata Tratturo.

Si tratta, quindi, di un luogo in cui si respirano la storia e le tradizioni delle popolazioni dedite, per lungo tempo, alla pastorizia. Nella motivazione del riconoscimento che riguarda tre stati, Austria, Grecia e Italia, interessati dal fenomeno migratorio degli allevamenti si legge che: La transumanza modella le relazioni tra persone, animali ed ecosistemi. Implica rituali e pratiche sociali condivisi, prendersi cura e allevare animali, gestire terreni, foreste e risorse idriche e affrontare i pericoli naturali. I pastori transumanti hanno una conoscenza approfondita dell’ambiente, dell’equilibrio ecologico e dei cambiamenti climatici, in quanto questo è uno dei metodi di allevamento più sostenibili ed efficienti.

Alfonso Rossetti – Sulmona 1867-1935 – Il tratturo verso il Gran Sasso – Olio su tela- 44×50 – Roma – Collezione privata

La candidatura italiana è stata preparata, nel corso di alcuni anni, grazie all’interessamento di alcuni partners tra cui: l’Agenzia per lo Sviluppo Rurale MOLIGAL scrl di Campobasso; le Masserie Colantuono che praticano la Transumanza da oltre 5 generazioni dal Molise alla Puglia, spostando le mandrie di bovini tra San Marco in Lamis (FG) e Frosolone nell’ Alto Molise in estate (1300-1400m s.l.m.); l’Associazione Pastori Lombardi; la Società Agraria Rofenberg e l’Interessenza Nidertal della Val Senales; e altri consorzi di produttori e associazioni culturali. Come si vede la pratica della Transumanza non riguarda solo le aree del Centro Italia ma anche quelle del Nord.

Oggi, in Italia, la Transumanza è praticata da una minoranza degli allevatori e gli animali che percorrono ancora i Tratturi saranno qualche decina di migliaia, quasi una testimonianza rispetto agli oltre 5 milioni del XVII secolo ed è molto difficile che tornino a aumentare.

Tuttavia, è probabile che l’inserimento della Transumanza nel Patrimonio Universale dell’Umanità, impedirà a questa antica pratica di sparire del tutto e fornirà, alle zone attraversate dai Tratturi, un’occasione di rivitalizzazione economica anche grazie ai fondi che saranno messi a disposizione. Si tratterà, però, di vedere se i Tratturi diventeranno percorsi turistici forniti dei servizi necessari per renderli accessibili, alla pari di altri Cammini e Vie, dato che ciò richiederà il coordinamento tra i tanti comuni che si trovano lungo i percorsi.

Nel frattempo, i report periodici che l’Italia dovrà preparare periodicamente sullo stato dei beni al fine di evitare la loro esclusione dalla lista, il primo è previsto per il 15 dicembre 2021, e l’evidente interesse politico a impedire che ciò accada, aiuterà a preservare queste aree.

C’è da sperare, quindi, che la difesa della Transumanza (passare da un luogo all’altro) sia un’occasione per Trasumanar, cioè per andare oltre le cose umane.


Un commento su “Transumanza e Trasumanar”

  1. La Transumanza…. mi ha sempre affascinato, sin dalle letture in classe alle elementari dove la voce della maestra dava corpo a questa magia. Bene che sia stata messa tra i beni considerati Patrimonio dell’Umanità.
    A questo proposito vorrei segnalare un lavoro dell’artista Monica Sgrò realizzato proprio recentemente sul tema, dal titolo ‘Andare con il gregge’ per valorizzare la transumanza, un’attività tradizionale ancora attiva in Valle Camonica, e inserirsi attivamente nella filiera di riutilizzo della lana.
    Qui le informazioni: https://www.facebook.com/events/714932718994921/

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