Il viaggio di Margherita Leoni attraverso la natura di due mondi


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Margherita Leoni-Bruciata-tecnica mista su tela-cm70x100-2011

Margherita Leoni (Bergamo, 1974) è un’artista botanica che sta portando avanti un suo personale percorso di rappresentazione della vita vegetale. Dopo il diploma all’Accademia di Belle Arti di Milano, si sposta a vivere in Brasile, nella città di Americana, con lo scultore brasiliano Luciano Mello Witkowski Pinto, diventato suo marito e di cui parlerò nelle prossime settimane. Qui conosce l’ingegnere agronomo e botanico Harri Lorenzi che da anni percorre il Brasile per mapparne la flora, scoprendo nuove specie e riscoprendone di dimenticate e che ha stabilito la base del suo Istituto nella città di Nuova Odessa, confinante con Americana, dove nel 2011 fonderà il Jardin Botanico Plantarum, che ospita oltre 3500 piante. Dai risultati degli studi di Harri Lorenzi, Margherita Leoni trarrà ispirazione e conoscenze che approfondirà studiando Botanica all’Università di San Paolo.

In quegli anni di formazione si è interessata soprattutto alla varietà e alla bellezza della natura brasiliana, di cui descrive le forme e la ricchezza, ispirandosi al lavoro dell’artista britannica Margaret Mee che, come lei, era emigrata in Brasile negli anni Cinquanta, dove si era dedicata allo studio della vegetazione della Foresta Amazzonica, documentando i rischi per la stessa dell’attività mineraria e della deforestazione. La tecnica che impiega è quella dell’acquerello, prediletta nella tradizione della rappresentazione botanica, perché consente di poter essere utilizzata facilmente all’aperto nella pittura dal vero, richiedendo solo un po’ d’acqua, asciugando rapidamente e consentendo la riproduzione di dettagli minuti. L’osservazione diretta delle piante rappresentate resterà una costante del suo lavoro.

Il lavoro artistico di Margherita Leoni cambia nel 2010 quando il Parco Naturale Das Emas, appartenente al patrimonio dell’UNESCO, viene quasi interamente distrutto da un incendio, forse causato dall’incuria delle aziende coltivatrici di soia che lo delimitano. Lei si reca sul posto e prende coscienza dell’impatto che l’attività umana può avere sull’ambiente naturale. Qui raccoglie i carboni e le ceneri degli alberi bruciati con cui darà vita al ciclo di opere “Perdita” di cui fanno parte i lavori Carbone, Bruciata, Ròdovia Go, Aria, Acqua e Sogno, alcuni dei quali è possibile vedere nella selezione al piede di questo articolo.

L’arte è però attività di conforto che consente di superare l’impressione e il dolore causati dall’incendio e dalla distruzione del parco. Dal 2013 al 2015, dipinge il ciclo “Semina” con cui riparte dai semi che sono fonte di vita. In particolare, ispirata da storie indie che raccontano della nascita della cultura delle popolazioni indigene, dipinge il ciclo “Miti”, al centro del quale ci sono i semi che simboleggiano l’inizio della vita. Per citarne alcuni, quelli dell’albero Tamoromu che nel mito del popolo Wapixana è capace di produrre qualsiasi tipo di alimento e quelli dell’albero Samaumeira, un vegetale imponente che può arrivare a 65 metri di altezza e che nel mito reggeva la terra, indispensabile per la protezione della biodiversità, dato che ospita nelle sue fronde piccoli animali e riesce a trarre dal terreno minerali e acqua che scambia con altre specie. Il tronco della Samaumeira è essenziale anche per gli uomini che abitano la foresta amazzonica, i quali, battendo su di esso, lo impiegano per comunicare. Nello stesso ciclo anche le opere “Minacciata”, nelle quali un corpo femminile, tatuato con foglie fiori e semi descrive la natura in pericolo.

Nel 2016 torna a vivere in Italia con il marito e i figli. Nelle opere successive si dedica a dipingere i vegetali locali. Nel frattempo, però, è invitata a realizzare alcune grandi mostre in musei e siti espositivi italiani. “Pau Brasil” al Museo delle scienze di Trento, dedicata alla bellezza e alla fragilità della foresta amazzonica e in cui espone anche il ciclo “Paradiso” che aveva dipinto nel 2008, costituito da enormi tele su cui i fiori e le piante brasiliane avvolgono lo spettatore come in un Paradiso Terrestre. Seguono le mostre “Terra sem males” nel 2017 e “Laudato si’” nel 2019, ambedue a Bergamo, assieme alle sculture del marito.

Nel 2020 realizza il ciclo “Palpitazioni e parvenze” realizzato mediante tessuti leggeri e trasparenti su cui restano impresse, simili a fossili, le impronte lasciate delle foglie poste sulle stoffe che sono state coperte con pigmenti di vario colore. I tessuti a volte sono fotografati ponendo alle loro spalle altri soggetti che lasciano scorgere delle loro parvenze.

A marzo del 2020, all’inizio della pandemia, trova un consòlo (un termine che nel mezzogiorno d’Italia indica il rinfresco che viene offerto dopo i funerali) nella realizzazione di un libro d’artista, in cui piccoli mazzi di fiori sono posti nelle mani di donne tratte da quadri del Rinascimento. Infine, a riconoscimento della popolarità del suo lavoro, la rivista Gardenia ha scelto le sue opere per illustrare la sua agenda 2021.

In conclusione, il percorso artistico di Margherita Leoni colpisce non solo per l’accuratezza e il realismo delle sue rappresentazioni dei vegetali, che originano certo da un sentimento di amore e di empatia con la natura, ma anche per la capacità di confrontarsi con i rischi e i pericoli che essa corre e la drammaticità di quei momenti.

  • Margherita Leoni al Parque das Emas
  • Rodovia GO 206 (1)-tecnica mista su tela-cm 70x100-2011
  • 285-Cerrado-cm 100x150
  • Sogno (1)-tecnica mista su tela-cm 100x150-2011
  • Margherita Leoni in Brasile
  • Rodovia GO 206-tecnica mista su telone di camion riciclato-cm 125x170-2011
  • Allestimento Pau Brasil-Muse Trento-2016
  • Bruciata-tecnica mista su tela-cm 70x100,-2011
  • Ipe roxo-acquarello su carta-cm 114x164-2018

Abstract

Margherita Leoni’s journey through the nature of two worlds

Margherita Leoni (Bergamo, 1974), who moved to Brazil at the end of the nineties, illustrated the beauty and variety of the nature of that country but also the dangers that it runs, due to the fires often caused by the unlimited activity of the intensive agriculture. Returning to Italy in 2016, together with her family, she brought with her a wealth of images that, in addition to being a testimony of that richness, join the tradition and style of Italian painting.


Un commento su “Il viaggio di Margherita Leoni attraverso la natura di due mondi”

  1. Grazie Fab per avermi fatto conoscere questa artista, magnifica, i suoi lavori mi hanno colpita al cuore, sono profondamente poetici e nello stesso tempo un manifesto di denuncia. E tanto altro ancora.

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