Luca Petti e il destino simbiotico dei viventi


(Tempo di lettura 4 minuti)
Incontri sensibili, opere di Luca Petti, installation view, Maggio-Luglio_VillaContemporanea_Monza

Quale sarà il destino del nostro pianeta e cosa accadrà ai tre regni della natura, a minerali, vegetali, animali? Attorno a questi temi lavora da alcuni anni un giovane artista, Luca Petti (Benevento, 1990), attualmente presente alla Galleria Villa Contemporanea di Monza, nell’ambito della mostra Incontri sensibili. Lavorando su coppie di viventi, unite di volta in volta a rappresentare da un lato l’opposizione e dall’altro la necessità di collaborazione tra minerale e vegetale, tra animale e minerale e tra vegetale e animale, Luca Petti descrive un futuro in cui la relazione simbiotica propria degli elementi naturali, anche se messa in forse dall’azione dell’essere umano con lo sviluppo della monocultura, il perfezionamento genetico, l’uso dei pesticidi e degli antibiotici si riafferma come unica soluzione possibile, nonostante proceda su un binario soggetto a oscillazioni.

Nato a Benevento, Petti cresce a contatto con la natura nella piccola azienda agricola dei genitori, ereditando da un suo bisnonno che aveva realizzato tanti attrezzi per lavorare la campagna, una notevole manualità che esprime nelle sue opere e che gli consente una grande versatilità espressiva. Studia all’Istituto d’arte di Cerreto Sannita, ad indirizzo ceramico, materiale che non ha poi mai impiegato per la sua attività, perché la sperimentazione con quel materiale gli appariva molto limitata, ma a cui sono certo ritornerà nel corso della sua attività. Sceglie poi di studiare scultura all’Accademia di Brera perché era la più “attenta al momento” e seguirà i corsi di Gianni Caravaggio e Vittorio Corsini. Parallelamente sviluppa la sua conoscenza del mondo vegetale e nel 2013 si aggiudica un bando di Arte Sella con la sua installazione Transizioni, formata da tre grandi soffioni di tarassaco realizzati in legno, con cui esprime il passaggio dai semi a una nuova pianta. Con un lavoro che nasce “dalla ricerca, dallo studio, dalla costanza e dall’osservazione”, Petti estende il suo sguardo su tutto il pianeta, a specie vegetali messe in forse dalla scomparsa degli impollinatori o che spostano il loro areale a causa dell’innalzamento della temperatura, o ad animali sottoposti allo sfruttamento industriale, dandone una rappresentazione che cerca di spingersi alla massima sintesi del fenomeno.

LPS (acronimo di Lipopolisaccaride) è un’opera del 2014 dedicata al Limulo (Limulus Polyphemus), un granchio di mare chiamato anche Granchio atlantico a ferro di cavallo, caratterizzato da un aspetto inconsueto e preistorico che lo rende simile ad un essere fossile. Il sangue del Limulo, di colore blu, possiede la caratteristica di riconoscere i Lipopolisaccaridi presenti sulla parete dei batteri gram negativi e di eliminarli racchiudendoli in un coagulo. Esso, pertanto, viene impiegato per la realizzazione di test clinici per l’individuazione di batteri ed è classificato come una specie minacciata con un rischio vulnerabile. Luca Petti ha collocato un esemplare tassidermico di questo animale su una asta di acciaio armonico, alta due metri, che vibra al passaggio dei visitatori, segnalando i rischi per la sua sopravvivenza e la sua conseguente precarietà.

Con la serie di opere Symbiotic Relationship esposte, per la prima volta, nel 2019 alla Galleria Marrocco a Napoli, Luca Petti ha poi messo a confronto coppie di specie vegetali e animali, in posizione di attacco difesa, con il corpo irto di aculei caratterizzati dai colori che assumono in queste situazioni, grazie al mimetismo di cui sono capaci. Le superfici delle opere sono rese colorate e morbide grazie al processo di floccatura realizzato dallo stesso Petti, grazie a un macchinario di sua costruzione che trasferisce la polvere di tessuto al metallo su cui è stata applicata una colla. Con questo processo la superficie di questi esseri metallici assume una morbidezza al tatto, le spine divengono morbide, non pericolose e perdono la loro aggressività a sottolineare che comunque essa è infinitamente inferiore a quella degli umani.

  • Luca Petti-Specie elastiche per crepe dinamiche-2021
  • Luca Petti-Albina Crestata-2021-resina, myrtillocactus geometrizans forma crestata, lastra di ferro tropicalizzato-cm. 86x45x54
  • Luca Petti-Symbiotic relationship_serie-2018-metallo floccato con polvere di tessuto colorato
  • Luca Petti-Symbiotic relationship_serie-2018-metallo floccato con polvere di tessuto colorato
  • Luca Petti-Symbiotic relationship_serie-2021-metallo floccato con polvere di tessuto colorato-cm 82x27x39
  • Luca Petti-Symbiotic relationship_serie-2021-metallo floccato con polvere di tessuto colorato-cm 88x12x21
  • Luca Petti-Symbiotic relationship_serie-2021-metallo floccato con polvere di tessuto colorato-cm. 77,5x12x43,5
  • Luca Petti-Specie elastiche per crepe dinamiche-2021
  • Luca Petti-Albina Crestata-2021-resina, myrtillocactus geometrizans forma crestata, lastra di ferro tropicalizzato-cm. 86x45x54

Due lavori del 2021 segnalano nuove problematiche ambientali. Con Specie elastiche per crepe dinamiche Petti ci mostra un kiwano, un frutto originario del Sud Africa, appartenente alla famiglia delle angurie, dove è utilizzato per dissetarsi grazie al suo contenuto acquoso, attualmente coltivato anche in Liguria. Colato in bismuto è stato collocato su un plinto in ferro tropicalizzato grazie ad una zincatura gialla cangiante, con cui ha voluto rappresentare il calore e l’innalzamento delle temperature. L’opera vuole mostrare come il mondo vegetale, grazie all’ elasticità di adattamento delle sue specie è in grado di riempire le crepe che l’essere umano apre sulla superficie terreste con lo spostamento delle isoterme.

L’ultima realizzazione di cui voglio parlare e che in un certo senso rappresenta un punto di arrivo, per quanto provvisorio, della ricerca di Luca Petti, è un lavoro sempre del 2021, denominato Albina Crestata attualmente esposto a Monza, alla Galleria Villa Arte Contemporanea. La scultura è formata dalla riproduzione di un Myrtillocactus geometrizans, pianta di origine messicana, che nella sua varietà crestata, priva di spine, è caratterizzata da scanalature che nei margini danno luogo a delle specie di creste. Il fenomeno della crestatura che si verificava raramente, oggi viene provocato geneticamente per motivi estetici. Petti ha immaginato che la pianta, riportata in natura, non avrebbe vissuto a lungo perché, essendo ormai priva degli aculei, sarebbe stata attaccata dagli animali erbivori e che per questo si sia impossessata di un guscio di una rara tartaruga albina dando luogo, in un processo simbiotico, ad una nuova specie come il paguro, che per difendersi dai predatori cerca rifugio dentro conchiglie vuote e a cui si afferra saldamente grazie alla parte terminale della coda.

L’opera è una metafora di ciò che potrebbe accadere a noi umani, ormai abituati a un sistema opportunistico e comodo che ha posto tutti gli altri viventi al nostro servizio, se dovessimo rientrare nella Natura. Del resto, la simbiosi tra esseri umani e tra questi e alcune specie animali è un meccanismo presente già nella nostra società odierna e potrebbe evolversi verso nuove forme che starà anche all’arte intuire.

Abstract

What will be the fate of our planet and what will happen to the three realms of nature, to minerals, vegetables, animals? Around these themes a young artist, Luca Petti (Benevento, 1990), has been working for some years and he is currently present at the Galleria Villa Contemporanea di Monza, as part of the exhibition Incontri sensibili. Working on pairs of living beings, joined from time to time to represent on the one hand the opposition and on the other the need for collaboration between mineral and vegetable, between animal and mineral and between vegetable and animal, Luca Petti describes a future in which the symbiotic relationship proper to natural elements, even if put into question by the action of the human being with the development of monoculture, genetic improvement, the use of pesticides and antibiotics is reaffirmed as the only possible solution.


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *