Gola, Carpi, Morlotti: tre artisti e un luogo.


(Tempo di lettura 4 minuti)
Ennio MorlottiPaesaggio (Vegetazione)-1963-olio su tela-60 x 70 cm-firmato in basso a destra-Collezione privata -Archivio Bellati Editore

C’è un luogo vicino Milano che è stato residenza e rifugio di tre artisti lombardi: Emilio Gola (Milano, 1851 – 1923), Aldo Carpi (Milano, 1986 – 1973), Ennio Morlotti (Lecco, 1919 – Milano, 1992), diversi per età, stile, esperienze artistiche e di vita. Vi si arriva facilmente, prendendo il treno per Olgiate Molgora (non c’è bisogno di usare l’auto e riempire quegli spazi che invece è importante restino visibili e sgombri) e da lì, percorrendo il viale che dalla stazione sale alla frazione di Mondonico che si scopre ad un certo punto, dopo essere passati accanto alla villa Il Buttero, dove soggiornava Emilio Gola. Io vi sono arrivato casualmente molti anni fa senza saperne nulla, attratto dalla bellezza del panorama naturale che mi riportava agli anni della mia infanzia, fino a quando non ho scoperto i grandi pannelli che riproducono alcune delle loro opere, collocati dal Comune di Olgiate proprio in corrispondenza dei luoghi che rappresentano o che li hanno ispirati. In tal modo si è venuto a creare un singolare esperimento perché confrontando natura e figura è possibile seguire il filo dell’evoluzione della loro pittura così come illustrato dalla bella pubblicazione del Comune di Olgiate curato da Anna Caterina Bellati.

Emilio Gola proveniva da una nobile famiglia milanese e la villa di Olgiate rappresentava la loro casa di vacanza. Da lì a Mondonico sono poche centinaia di metri e li prenderà in affitto uno studio in modo da poter avere un punto di vista libero sul panorama che lo circonda. La sua educazione alla pittura avviene grazie ai viaggi che sin dall’infanzia può compiere con il padre a Parigi e poi a Londra e in Olanda dove ha modo di vedere i quadri di Turner e Constable e degli impressionisti anche se sembra preferire a questi ultimi i romantici e ripercorrere autonomamente un proprio cammino, che dalla Scuola di Barbizon lo porterà alla scoperta di Corot a poi a una forma di impressionismo. Dopo un’intensa attività ritrattistica di personaggi della società milanese si dedicherà allo studio dei navigli e delle lavandaie, temi che svilupperà poi nei suoi soggiorni a Olgiate e nello studio di Mondonico. Le opere Il valloncello di Mondonico del 1897, Il cipresso del 1911 e Presso il ponticello, Mondonico o Paese del 1920 sono tutte espressioni di questa fase più libera a cui giunge la sua pittura.

  • Presso il ponticello, -Mondonico o Paese -1920 ca. - olio su tela -145 x 195 cm - firmato in basso a sinistra - Milano, Banco Ambrosiano Veneto - Provenienza Collezione Gussoni - Archivio Bellati Editore
  • Emilio Gola - Il cipresso -1911 - olio su tela - 105 x 81 cm - firmato e datato in basso a sinistra - Milano, Collezione privata - Archivio Bellati Editore
  • Emilio Gola - Alta Brianza o Il valloncello di Mondonico - 1897 ca. - olio su tela - 82 x 126 cm -firmato e datato in basso a destra - Collezione privata - Archivio Bellati Editore

Aldo Carpi, figlio di un medico condotto il cui nonno era di origini ebraiche convertito al cristianesimo, avvicinatosi all’arte grazie alle frequentazioni del padre, studia all’Accademia di Brera assieme a Funi e Carrà, dove è allievo di Cesare Tallone e Achille Cattaneo. Parallelamente sviluppa una sua sensibilità religiosa che trasparirà dalle sue opere. Partecipa da combattente alla Prima guerra mondiale e al termine riprende a dipingere. Nel 1930 diviene insegnante dell’Accademia. In quegli anni Milano è certamente un luogo di grande fermento, frequentata da artisti di varie tendenze ed espressioni artistiche. Rispetto a loro Carpi, come affermato da Caterina Bellati “pescava nei movimenti che stavano attraversando l’Europa, in particolare l’Espressionismo nordico, una certa parte del Surrealismo, il Verismo e gli ultimi filamenti della Scapigliatura lombarda”. Il regime spingeva però perché gli artisti dichiarassero la loro posizione e in questo clima sembrò a Carpi di poter trovare un luogo tranquillo a Mondonico, dove però a gennaio del 1944 viene denunciato da un delatore alla polizia fascista e consegnato alle SS che lo deporteranno nel campo di concentramento di Gusen, in cui riuscirà a sopravvivere grazie alla sua abilità di disegnatore. Destino tragico ebbe invece il figlio Paolo che arrestato in luglio non farà più ritorno. Tornato in Italia, Carpi venne nominato direttore dell’Accademia di Brera e nel 1971 pubblicherà il Diario di Gusen.

  • Aldo Carpi - Mondonico - 1942 - olio su tela - 40 x 50 cm - Collezione privata - Archivio Bellati Editore
  • Aldo Carpi - Paesaggio di Mondonico - 1943 - olio su tela montato su masonite - 40 x 50 cm - firmato e datato in basso a sinistra - Collezione privata - Archivio Bellati Editore
  • Aldo Carpi - L’arresto del pittore - 1951 ca. - olio su tela - 90 x 70 cm - Collezione privata - Archivio Bellati Editore

Ennio Morlotti fu allievo di Carpi. Dopo un soggiorno a Parigi in cui ebbe occasione di vedere Guernica di Picasso gli sembrò che l’arte dovesse ripartire da lì. A Milano condivide l’abitazione con Cassinari e partecipa attivamente al dibattito artistico e politico. Per sfuggire all’arruolamento abbandona Milano per Lecco e poi per Mondonico sempre assieme a Cassinari dove approfondisce la sua ricerca intima. Alla fine del 1942 torna a Milano per frequentare l’Accademia ma qui non può sottrarsi al servizio militare e viene inviato a Villa Literno in Campania dove però, ammalatosi di malaria sarà congedato. Alla fine della guerra torna a Mondonico con cui sente che c’è un filo non interrotto. La sua scelta è ormai in direzione di una rappresentazione della natura forte e vigorosa, priva di contorni, in cui i colori esaltano la sua bellezza.

  • Ennio Morlotti - Studio per granoturco n. 2 - 1961 - olio su tela - 90 x 70 cm - firmato in basso a destra - Collezione privata - Archivio Bellati Editore
  • Ennio Morlotti - Paesaggio (Vegetazione) - 1963 - olio su tela - 60 x 70 cm - firmato in basso a destra - Collezione privata - Archivio Bellati Editore
  • Ennio Morlotti - Dossi - 1940 - olio su tela - 80 x 80 cm - firmato in basso a sinistra - Collezione privata - Archivio Bellati Editore

Per quanto il rapporto che i tre artisti hanno con Mondonico sia profondamente diverso per durata, motivazione e attenzione dedicata ad esso, questo luogo rappresenta una costante nel corso di oltre settant’anni. Se il borgo e la natura che la circonda sembrano aver subito pochi cambiamenti, sono il periodo in cui si vive, l’esperienza che si porta dietro chi giunge lì a cambiarne la visione e la rappresentazione. Senza stabilire alcun paragone con la Provenza dei pittori francesi, Mondonico è un luogo scelto probabilmente innanzitutto perché appartato e perché vi si può trovare rifugio prima che per la sua bellezza. La diacronia con cui i tre artisti frequentano la frazione fa sì che essi si portino dietro un diverso bagaglio sociale, culturale e politico che li spinge a privilegiare aspetti diversi, da una visione più sociale di Gola a quella più naturalistica di Carpi e  a quella quasi ambientalista di Morlotti. Nelle differenze resta un tratto comune: rispetto all’evoluzione rapida del paesaggio urbano e sociale i campi, gli alberi, i raccolti, le colline e le case di Mondonico sono qualcosa che ci fa percepire ancora oggi l’enorme differenza tra il nostro tempo di vita e quello della natura.

Abstract

There is a place near Milan that has been residence and refuge of three Lombard artists: Emilio Gola (Milan, 1851 – 1923), Aldo Carpi (Milan, 1986 – 1973), Ennio Morlotti (Lecco, 1919 – Milan, 1992), different in age, style, artistic and life experiences. You can easily get there by taking the train to Olgiate Molgora and from there, along the avenue that goes from the station to the hamlet of Mondonico that you discover at some point, after passing by the villa Il Buttero, where Emilio Gola stayed. Along the way you will find the large panels that reproduce some of their works, placed by the Municipality of Olgiate right in correspondence with the places that represent or that inspired them. In this way it has come to create a unique experiment because comparing nature and figure you can follow the thread of the evolution of their painting.


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