Cosa è e come si rappresenta il sacro oggi? Le risposte di Camilla Marinoni


(Tempo di lettura 7 minuti)
Camilla Marinoni – Voce del corpo. Fame d’amore – 15 elementi in ceramica, ingobbio e smalti – 2021

Cosa è e come si rappresenta il sacro oggi, dopo che per centinaia di anni l’arte si è basata principalmente sulla illustrazione di scene del vecchio e nuovo testamento, di miti pagani e di esseri umani alla ricerca dell’assoluto per poi essersi progressivamente secolarizzata? Una piccola mostra di Camilla Marinoni (Bergamo, 1979), svoltasi al Mo.Ca di Brescia e curata dalle studentesse del laboratorio L’evento d’arte del DAMS coordinate dal professor Daniela Perra, mi ha dato la possibilità di entrare in contatto con la ricerca di questa giovane artista e con la sua risposta a questa domanda.

Camilla Marinoni nasce in una famiglia con forte predisposizione al disegno. Studia al Liceo Artistico di Bergamo e poi all’Accademia di Belle Arti di Brera dove si diploma in scultura con Paolo Gallerani. Frequenta per tre anni il corso in scienze religiose all’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Bergamo e completa la laurea magistrale a Brera con un diploma specialistico in arte sacra contemporanea. Nel suo orientamento di studi hanno un ruolo, da una parte l’ignoranza dell’insegnante di storia dell’arte della vicenda biblica di Giuditta e Oloferne alla base del quadro di Caravaggio e dall’altra l’incontro con dei sacerdoti illuminati, cioè capaci di vedere le potenzialità dell’arte nel racconto del sacro.

Secondo il dizionario Treccani, sacro è “Ciò che è connesso, più o meno intimamente, con la divinità, con la religione e con i suoi misteri, e perciò impone un particolare atteggiamento di riverenza e di venerazione” ma oggi, potremmo dire che questa definizione esprime ciò che esso era, perché nel processo di secolarizzazione della società, il sacro ha finito per assumere un significato autonomo dalla religione. In particolare, a partire dal romanticismo, abbiamo assistito ad un’inversione del rapporto di causalità tra i due termini, per cui non è più il sacro a discendere dal divino ma il divino a essere scorto in oggetti e simboli dove il sacro appare, così consacrandoli e, con ciò stesso, separandoli e assolutizzandoli.

Il sacro ha sempre avuto a che fare con il corpo, sia perché a coloro i quali si dedicavano alla cura del sacro, attenevano tutta una serie di regole circa l’uso e la manifestazione del proprio corpo (digiuno, purezza, pulizia, abbigliamento…), sia perché i riti del sacro, i sacrifici (sacrum facere), comportavano sia l’offerta alla divinità di un animale o di vegetali, quando non di esseri umani (Ifigenia…). Per Camilla Marinoni, quindi, è il corpo il punto di partenza della ricerca perché esso è il luogo sacro, perché è su di esso che si manifestano gli effetti dei fatti della vita, diventando dice, “la cassa di risonanza” di: morte, abbandono, solitudine, dolore, vuoto, ascolto, cura e riparazione (Per approfondire, Il corpo accusa il colpo. Mente, corpo e cervello nell’elaborazione delle memorie traumaticheBessel van der Kolk – 2015). La ricerca del sacro consiste nell’entrare in questa dimensione dell’esistenza, rappresentandone artisticamente la realtà non con l’obiettivo religioso di convertire ma piuttosto di ottenere un comportamento che aiuti sé stesso e l’altro. L’approdo è poter ritrovare sé stessi, credere in sé stessi e in qualcos’altro, non necessariamente di religioso. Il tutto declinato attraverso l’esperienza del corpo e della vita femminile che per Marinoni, che si dichiara femminista è imprescindibile, come parità di genere e come parità tra gli esseri.

Per esprimere artisticamente questi stati Marinoni impiega numerosi mezzi e tecniche; la performance corporale, l’arte tessile in cui recupera il ricamo impiegato dalla madre ma anche l’eredità familiare di centrini e pizzi, la ceramica e la scultura. Le sue prime espressioni artistiche sono performances come So Intimate, So Feminine del 2006 o Indossandomi del 2007 o Lo sposo non può vedere l’abito prima del matrimonio o di Libera del 2009. In tutte queste al centro vi è il suo corpo come luogo di sofferenza e di liberazione circondato da chiodi o costretto in una corazza come metafora del dolore.

Camilla Marinoni – Il desiderio originale – 2017 – 35 x 195 cm, ceramica, cotone e ferro.
Veduta dell’installazione al MO.CA – Brescia. Foto di Sabrina Galli

Successivamente la sua espressione si colloca più nella sfera della scultura e dell’installazione. Nel 2017 realizza Il desiderio originale, una scultura in ceramica che raffigura Eva che viene adornata dai visitatori con i fili rossi dei desideri che essi esprimono, così come lei, che coglie il frutto dell’albero, commette il semplice “peccato” di desiderare la conoscenza della verità che per gli antichi ebrei era data solo a Dio e quindi è una figura moderna e femminista.

Con Zaffo, nel 2018, affronta esplicitamente il tema della perdita e della riparazione. Il termine indica una tampone di garza che si introduce in una cavità del corpo per tamponare una perdita di sangue. Nell’opera cento centrini sono stati sovrapposti a foto di un seno o di un ombelico, i due luoghi da cui si nutre la vita, una vita che si è persa e che può essere ripensata e ricordata attraverso la metafora del ricamo.

Camilla Marinoni – Zaffo, intessuto nelle profondità- Veduta dell’installazione

Le sculture ceramiche di Voce del corpo. Fame d’amore, realizzate a partire dal calco dello stomaco di un bovino, portano all’attenzione la tematica dei disturbi alimentari , il vuoto che si cerca di riempire con il cibo e di creare espellendolo.

Camilla Marinoni – Una delle sculture di Voce del corpo. Fame d’amore –
Ceramica, ingobbio e smalti – 2021

Con Se tornassi indietro non vorrei nemmeno nascere, il dramma delle centinaia di morti dovuti all’epidemia da Covid-19, che ha particolarmente segnato il territorio bergamasco, viene rappresentato in un’opera di grande forza visuale in cui la separazione dai propri cari, provocata dalla morte, è espressa attraverso le risme di fogli strappate e divise e bagnate di vino che man mano sbiadisce come il ricordo che teneva unite le persone ai loro cari.

Infine, con Intus, Marinoni torna prepotentemente al tema del corpo con una scultura con inserti ceramici in cui l’inviluppo delle viscere rappresenta il tema della nutrizione ma anche i disturbi alimentari collegati al grande cervello nero che sovrasta il corpo.

Camilla Marinoni – Intus – 2023 – 100 x 40 x 60 cm – nylon, poliestere, ceramica, vino, trucco, legno, cotone e tulle. Veduta dell’installazione al MO.CA, Brescia. Foto di Sabrina Galli

Naturalmente il suo lavoro non ha escluso l’impegno nell’arte sacra strettamente intesa con la realizzazione di oggetti religiosi di artigianato artistico come croci, calici, paramenti o l’adeguamento liturgico di alcune chiese anche se esso sembra rappresentare un ambito separato. Pur tuttavia, solo nel 2015-2016 realizza forse la sua unica opera artistica esplicitamente religiosa, Incroci di terra e cielo, in cui per ogni giorno della Quaresima modella una croce diversa a cui saranno abbinate poi delle riflessioni.

Camilla Marinoni – Incroci di terra e di cielo n°7 – 2015/2016

Interrogata su quale potrebbe essere una rappresentazione più esplicita della religiosità odierna, la nostra artista sceglie come riferimento la Cappella Rothko, la cappella aconfessionale a forma ottagonale realizzata dai coniugi De Menil a Houston, alle cui pareti ci sono 14 dipinti neri sfumati dell’artista. Un luogo la cui sacralità deriva non dall’essere esplicitamente la sede di un dio ma di essere luogo di rispetto reciproco dei vari interlocutori e di meditazione. Non è casuale del resto che, nel tempo, la stessa sia divenuta luogo dedicato alla difesa e alla promozione dei diritti umani proprio nell’ottica secondo cui il sacro si collega sempre più alla difesa dell’altro, come moderna versione delle opere di misericordia corporale.

Notevole quindi l’impegno e il progetto etico profusi da parte di Marinoni che potrebbe anche avvantaggiarsi di una maggiore unione tra opere di artigianato artistico religioso e riflessione artistica sul sacro. Da un punto di vista realizzativo la performance corporale assieme ai materiali impiegati costituisce certamente un importante asset che fornisce visibilità immediata ed esplicita alla sua riflessione. Per quanto riguarda le installazioni, la sua espressività si è servita di differenti mezzi come la scultura e la ceramica che si avvantaggeranno di una maggiore continuità di impiego. In questo quadro anche la pittura, finora solo marginalmente impiegata, potrebbe tornare ad essere un mezzo adeguato alla sua riflessione.

What is and how is the sacred today represented? The answer of Camilla Marinoni

What is and how is the sacred represented today, after that for hundreds of years art has been based mainly on the depiction of scenes from the Old and New Testaments, pagan myths, and human beings in search of the absolute and then have progressively secularized? Camilla Marinoni (Bergamo, 1979), brings to the centre of reflection the body as a place of the sacred because it is on it that the effects of the facts of life manifest themselves, becoming “the sounding board” of: death, abandonment, loneliness, pain, emptiness, listening, care and repair.


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