Cucire gli opposti. I Paesaggi Improbabili di Stefania Beretta

(Tempo di lettura 4 minuti)
Stefania Beretta-paesaggi improbabili #07-2013_c–print + cucito 52×65 -©stefaniaberetta

Alla Galleria Consarc di Chiasso è in corso e resterà aperta fino al 24 dicembre, la mostra “Paesaggi Improbabili-Religamen” della fotografa svizzera Stefania Beretta (1957), un’artista che ha al suo attivo una lunga carriera e numerosi riconoscimenti a livello internazionale. La rassegna dovrebbe trasferirsi dal 16 gennaio del prossimo anno a Genova, alla galleria Sharevolution ma, non potendone essere certi data la situazione, ne ho nel frattempo parlato al telefono con l’artista. Le opere, fortunatamente, sono visibili sia sul suo sito web che su quello della Galleria.

La serie dei “Paesaggi Improbabili” è, in estrema sintesi, un omaggio all’acqua e agli alberi, due elementi indispensabili per la nostra vita. Le foto rappresentano grandi paesaggi, per lo più in bianco e nero, tecnica che la Beretta predilige, senza esseri umani. A queste scene di mare, laghi, terre alluvionate e vegetali, l’artista ha aggiunto delle cuciture, che formano linee, colori, figure, soggetti, rendendo questi paesaggi per l’appunto “improbabili” ma non impossibili, perché esistono anche se modificati.

Continua a leggere

Ripartire dal bunker

(Tempo di lettura 3 minuti)
Lorenzo Gatti-Trofeo Cornice Bianca-2002-Acrilico su legno e cerniere di ottone-150x80x12-
Foto di Mauro Ghiglione 2020

In un’intervista apparsa il 2 aprile sul Corriere della Sera, l’arch. Renzo Piano ha affermato: “Soffro al pensiero che tutto quello che ho costruito è vuoto”. Purtroppo, non sono solo gli edifici che portano la sua firma ad avere subito questo destino. Sono vuoti anche tutti gli spazi realizzati per ospitare grandi numeri di persone: fiere, università, musei, stadi, assieme agli uffici di grandi e piccole aziende. Le città oggi sono deserte e potrebbero apparire, a un osservatore alieno, le vestigia di una civiltà scomparsa, come le piramidi egizie o incas. Per questo motivo, anche se il presidente della Triennale di Milano l’arch. Stefano Boeri ci ricorda che “è sempre pericoloso affidarsi eccessivamente alla contemporaneità perché si rischia di annebbiare il nostro sguardo”, avvertiamo la necessità di avere risposta a alcune questioni che bussano alla nostra mente.

Continua a leggere