Quattro visioni dell’oceano e i 50 Mari di Mathieu Lehanneur

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50 Seas 02_Mathieu Lehanneur ©Felipe Ribon (Black Sea – Ukraine – Nota dell’autore)

Quest’anno la Giornata degli Oceani, ricorrente l’8 giugno, si è svolta in concomitanza con la Biennale di Venezia e la Design Week di Milano ed è stata celebrata sia in queste manifestazioni sia in alcuni altri eventi collaterali. Al tempo stesso essa è stata l’occasione per fare il punto sull’oceano e il mare, che qui intendo come sinonimi, come luogo artistico e anche sullo spazio che essi hanno nella trattazione artistica ambientale. Pur essendo deputati alla produzione di ossigeno e di risorse alimentari essi continuano ad essere per noi umani luoghi inospitali, in cui non possiamo vivere e in cui non prevediamo di farlo nei prossimi decenni, mentre stiamo sviluppando il nostro viaggio su Marte, e che anzi sono divenuti minaccianti a causa del rischio dell’innalzamento del loro livello. D’altro canto, l’oceano, come dice la curatrice e storica dell’arte Chus Martinez (1972), è un luogo che racchiude storia e cultura e quindi abilitato ad essere oggetto artistico da vari punti di vista.

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“Siamo forse migliori noi?” Cosa è cambiato dal “Ragazzo di Turkana” vissuto 1,6 milioni di anni fa ai “Cittadini” fotografati da Paola Di Bello?

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Carmelo Micalizzi – Siamo forse migliori noi? – 1991

Sulla Lettura del 21 giugno di quest’anno, era apparsa una lunga intervista del filosofo Telmo Pievani al noto antropologo keniota Richard Leakey (Nairobi, 1944), in cui si annunciava la nascita di “Ngaren” (L’inizio), il Museo dell’Umanità. Realizzato in collaborazione con Naturalis, il Centro sulla Biodiversità di Leida e con la partecipazione dell’antropologa e designer museale Federica Crivellaro, sorgerà in Kenya, dove Leakey ha condotto le sue ricerche sull’origine della vita. Nel 1984, nel corso di queste indagini nei pressi del lago Turkana, era stato ritrovato lo scheletro di un ominide morto a 10 anni e risalente a 1,6 milioni di anni fa, denominato Ragazzo di Turkana. Per il suo ideatore Ngaren avrà la missione di un cambiamento di mentalità: partendo dalla constatazione che l’umanità si è sviluppata in Africa e illustrando la sua evoluzione attraverso le scoperte fatte in quel territorio, mostrerà che noi esseri umani siamo una creazione del mondo, non divina e che i pregiudizi razziali non hanno senso.

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