Dineo Seshee Bopape e Bruce Nauman al Pirelli Hangar Bicocca di Milano, due mostre o una sola?

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Bruce Nauman My Name As Though It Were Written on the Surface of the Moon, 1968 Stedelijk Museum Amsterdam © 2022 Bruce Nauman / SIAE Courtesy Sperone Westwater, New York

Il Pirelli Hangar Bicocca di Milano presenta due artisti del tutto diversi, per età, provenienza, appartenenza: Dineo Seshee Bopape (Polokwane, Sudafrica, 1981) fino al 29 gennaio 2023 e Bruce Nauman (Fort Wayne, Indiana, 1941) , fino 26 febbraio prossimo. La prima è una giovane artista che però ha già conquistato una certa notorietà a livello internazionale e di cui avevo parlato nell’articolo Quattro visioni dell’oceano e i 50 Mari di Mathieu Lehanneur. Il secondo è considerato uno dei padri dell’arte contemporanea, di cui viene qui presentata una retrospettiva che comprende tutte le sue opere iconiche. Per entrare nella mostra di Nauman è necessario però attraversare quelle di Bopape e, anche se la si volesse superare di corsa, entrando nel grandissimo spazio riservato a Nauman non potremmo non considerare di trovarci di fronte a opere sì completamente diverse ma, in un certo senso complementari perché, al di là dell’apparente differenza, entrambi gli artisti parlano dello spazio e della relazione tra questo e l’essere umano.

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Quattro visioni dell’oceano e i 50 Mari di Mathieu Lehanneur

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50 Seas 02_Mathieu Lehanneur ©Felipe Ribon (Black Sea – Ukraine – Nota dell’autore)

Quest’anno la Giornata degli Oceani, ricorrente l’8 giugno, si è svolta in concomitanza con la Biennale di Venezia e la Design Week di Milano ed è stata celebrata sia in queste manifestazioni sia in alcuni altri eventi collaterali. Al tempo stesso essa è stata l’occasione per fare il punto sull’oceano e il mare, che qui intendo come sinonimi, come luogo artistico e anche sullo spazio che essi hanno nella trattazione artistica ambientale. Pur essendo deputati alla produzione di ossigeno e di risorse alimentari essi continuano ad essere per noi umani luoghi inospitali, in cui non possiamo vivere e in cui non prevediamo di farlo nei prossimi decenni, mentre stiamo sviluppando il nostro viaggio su Marte, e che anzi sono divenuti minaccianti a causa del rischio dell’innalzamento del loro livello. D’altro canto, l’oceano, come dice la curatrice e storica dell’arte Chus Martinez (1972), è un luogo che racchiude storia e cultura e quindi abilitato ad essere oggetto artistico da vari punti di vista.

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