L’ultimo post di questo anno è composto da un biglietto di auguri e da ringraziamenti. Di auguri abbiamo certamente bisogno tutti, ma non possiamo nasconderci che le frasi e gli aggettivi di rito quest’anno corrono il rischio di apparire inappropriati. Sappiamo già che il Natale sarà in tono minore e che il 2021 sarà ancora occupato, almeno per buona parte, dai bollettini della pandemia, anche se speriamo che i vaccini arrivino in fretta e siano efficaci. Per il biglietto ho scelto una gouache di Manfredo Fanti e una poesia di Aky Vetere tratti da Errare Humanum Est, lavoro curato assieme a loro anche da Rossana Baroni. Ma questo è anche il momento dei ringraziamenti agli artisti, che hanno particolarmente sofferto in questo periodo di chiusura di mostre, gallerie e musei, perché avremo ancora più bisogno delle loro opere e delle loro immagini, per aiutarci a sopportare e a elaborare la fase che stiamo vivendo e quindi vogliamo incoraggiarli a continuare nel loro lavoro.
Continua a leggereTag: Leonardo Caffo
Quattro capanne più una. Il valore della semplicità per A. Bellobono, C. Moulin e L. Caffo
In questi giorni, in cui si susseguono i dibattiti e le indagini su quali dovrebbero essere i valori della ripartenza, vi propongo di parlare della semplicità, a partire dall’esperienza di Angelo Bellobono (Nettuno, 1964), artista e sportivo, Charles Moulin (Lille, 1869-Isernia, 1960), pittore francese che trascorse gran parte della sua vita nel Molise e Leonardo Caffo (Catania, 1988), filosofo, autore del libro “Quattro capanne o della semplicità”.
Continua a leggereA caccia per…Fame
Animali e vegetali hanno avuto, fino a un certo punto, storie simili. Sostituiti dalle macchine e allontanati dalle città i primi, sdradicati per fare posto a case e infrastrutture i secondi, vi hanno fatto rientro sotto forme diverse. Pets e peluches nel primo caso, piante da appartamento nel secondo. Per gli animali selvatici o esotici sono stati allestiti gli zoo, anche sotto forma di parchi (in Italia ve ne sono complessivamente 15 riuniti dalla UIZA), che resistono e si sviluppano, nonostante le condizioni di vita degli ospiti siano solo una simulazione di quella reale. Le piante velenose si possono trovare nei giardini botanici, ma guardare un vegetale che potrebbe essere nocivo per la nostra vita non ha, per noi umani, lo stesso fascino che guardare un animale.
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