L’ultimo post di questo anno è composto da un biglietto di auguri e da ringraziamenti. Di auguri abbiamo certamente bisogno tutti, ma non possiamo nasconderci che le frasi e gli aggettivi di rito quest’anno corrono il rischio di apparire inappropriati. Sappiamo già che il Natale sarà in tono minore e che il 2021 sarà ancora occupato, almeno per buona parte, dai bollettini della pandemia, anche se speriamo che i vaccini arrivino in fretta e siano efficaci. Per il biglietto ho scelto una gouache di Manfredo Fanti e una poesia di Aky Vetere tratti da Errare Humanum Est, lavoro curato assieme a loro anche da Rossana Baroni. Ma questo è anche il momento dei ringraziamenti agli artisti, che hanno particolarmente sofferto in questo periodo di chiusura di mostre, gallerie e musei, perché avremo ancora più bisogno delle loro opere e delle loro immagini, per aiutarci a sopportare e a elaborare la fase che stiamo vivendo e quindi vogliamo incoraggiarli a continuare nel loro lavoro.
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No Man’s Land: il punto d’arrivo dell’arte secondo Mario Pieroni e Dora Stiefelmeier
Con l’installazione, svoltasi sabato 31 ottobre 2020, delle opere di Alberto Garutti “tutti i passi che ho fatto nella mia vita mi hanno portato qui, ora” (2004), di Alvin Curran “Gardening with John 1.1”(2006) e di Donatella Spaziani“ La voce dei poeti” (2006), Mario Pieroni e Dora Stiefelmeier hanno aggiunto un altro tassello a No Man’s Land (la terra di tutti), il progetto ispirato dall’arch. Yona Friedman (1923-2020) e realizzato dall’omonima fondazione, a Rotacesta, nel Comune di Loreto Aprutino (PE). No Man’s Land, formata da un terreno pianeggiante e da un bosco di noci in discesa vicino a un ruscello, in un territorio agricolo a cui fanno da sfondo monti e colline, realizza l’idea del museo senza pareti di Friedman, ed è un luogo aperto a tutti, 24 ore su 24, ripetibile in qualsiasi parte del mondo, “una terra dell’immaginazione aperta a tutti”. Il progetto era stata avviato nel 2016 con le opere di Yona Friedman e Jean Baptiste Decavèle “No Man’s Land” a cui si erano aggiunte, nel 2017, “Pian de Pian Piano” di Alvin Curran; ”Solid Ground” di Jimmie Durham; “No Man’s Refuge/Il Rifugio di tutti” di Yona Friedman e Jean Baptiste Decavèle.
Continua a leggereAgricoltura e arte in Abruzzo. Dal frantoio di Raffaele Baldini Palladini a Pollinaria
Ho trascorso il mese di agosto in Abruzzo dove ho avuto l’occasione di visitare l’antico frantoio di Raffaele Baldini Palladini (RBP) (1842-1916) e che oggi ospita il Museo dell’olio di Loreto Aprutino (PE). Il Palladini, un originale e innovativo imprenditore oleario, avviò la costruzione di un vero e proprio marchio alimentare come inteso oggi, mescolando elementi materiali e immateriali, in modo da valorizzare il proprio olio d’oliva.
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